MENU
Da qualche settimana l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha irrobustito il proprio lavoro di divulgazione medica sul web, terreno di parecchie fake news sulla salute – a cui ha dedicato un'apposita sezione – ma anche di una fondata quanto estesa domanda di contenuti e di risposte da parte dei cittadini, specie sulle problematiche più delicate e complesse.

Da qualche settimana l'Istituto Superiore di Sanità (Iss) ha irrobustito il proprio lavoro di divulgazione medica sul web, terreno di parecchie fake news sulla salute – a cui ha dedicato un'apposita sezione – ma anche di una fondata quanto estesa domanda di contenuti e di risposte da parte dei cittadini, specie sulle problematiche più delicate e complesse. Il mal di testa è uno di esse, presentando sintomi e origini assai diverse tra loro, con le difficoltà che conseguono sul piano della diagnosi e della cura, anche per i circa sette milioni di italiani coinvolti.

Anzitutto va premessa una distinzione, su cui si fa spesso confusione. La “cefalea” e l'“emicrania” non sono sinonimi. La seconda è caratterizzata da un dolore pulsante di intensità media o anche grave, e può richiedere un serio approfondimento medico. La cefalea (“di tipo tensivo”) è invece quella che definisce il più diffuso, e moderato, malessere, che solitamente non compromette le normali attività quotidiane, in assenza di aggravanti quali l'apparizione “a grappolo”.

La stessa cefalea, comunque, può avere molteplici cause, non tutte legate allo stress. Tuttavia, esso rimane una variabile di primissimo piano, come riconosciuto in questi giorni anche da una pubblicazione dell'organizzazione di ricerca americana Mayo Clinic. E nell'elenco stilato dall'Iss dei “10 fattori scatenanti più comuni” prevalgono proprio gli aspetti psicologici e comportamentali.

In primis si cita la “cefalea da week-end”, che compare nel crollo subitaneo degli ormoni dello stress che innesca un rilascio dei neurotrasmettitori, i quali alterano i vasi sanguigni provocando il dolore. A ciascun punto del decalogo si accompagna un consiglio, che in questo caso è quello di non omettere di ritagliare spazi di rilassamento nei giorni lavorativi, onde evitare di “scaricare” tutto all'arrivo del riposo. Tra gli altri fattori, si ricorda la “rabbia repressa”, per il suo impatto diretto, e anche per quello alimentato da comportamenti correlati, come il digrignare i denti, che affatica i muscoli mascellari (oltre ai denti stessi) con possibili ricadute cefaliche. Sui comportamenti, viene citata anche la “postura scorretta” al lavoro - specie se curvi per ore al computer - che provoca tensioni muscolari dalla schiena al collo, fino a coinvolgere la testa.

Poi, ci sono alcune voci in parte sorprendenti, quali “l'esposizione a profumi” (inclusi quelli di detergenti e altri prodotti industriali), per le sostanze chimiche che possono attivare le cellule del naso e l'area cerebrale connessa, o anche la presenza di “luci troppo intense” per un meccanismo analogo a partire dagli occhi. Addirittura viene riconosciuto il “mal di testa da sesso”, che colpirebbe alcuni, sembra per l'aumento della pressione sulla muscolatura del collo e della testa stessa. Infine c'è il capitolo alimentare, in quanto vi sono diversi “cibi a rischio”, dai formaggi fermentati e stagionati agli insaccati, dal cioccolato agli alimenti confezionati, per gli additivi chimici che contengono. Questo coinvolge anche le bibite dietetiche, specie se consumate a temperatura bassissima; anche il gelato può essere infatti causa di un improvviso mal di testa, sebbene tenda a dileguarsi altrettanto rapidamente.

 

Articoli Correlati

x