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Un solo test in grado di individuare più di 50 tipi di tumore diversi, compresi i “12 big killer”, quelli con la più alta mortalità. E' in sostanza il risultato di una mega-impresa, iniziata qualche anno fa e a cui partecipano i più importanti centri oncologici americani e britannici, tra cui il Dana Farber Cancer Institute di Boston e il Francis Crick Institute di Londra. I risultati, pubblicati sugli Annals of Oncology, non avranno subito implicazioni nella diagnosi e nello screening. Non certamente in tempi brevi. Ma, secondo gli esperti, ci avvicinerebbero all’ambizioso obiettivo di un solo esame per prevedere con molto anticipo lo sviluppo di quasi tutti i tumori

Il processo di analisi avviene grazie a un algoritmo di intelligenza artificiale “addestrato” a identificare e riconoscere le molecole di Dna rilasciate dai vari tipi di tumore nel flusso sanguigno. Grazie a un processo di apprendimento automatico, «allenato» con 1.531 campioni di sangue di persone con tumore e con 1.521 di soggetti sani, l’algoritmo ha imparato a distinguere 1 milione di basi metilate, cioè di piccoli processi chimici che regolano l’espressione dei geni. In una fase successiva dello studio il test è stato messo alla prova su quasi 7mila campioni di sangue, dei quali circa 2.500 provenienti da pazienti affetti da oltre 50 tumori diversi e più di 4mila soggetti sani. Ebbene, i risultati hanno mostrato il test è molto specifico perché nel 99% dei soggetti sani ha avuto esito negativo e solo il 0.7% dei soggetti si è ritrovato con un falso positivo. Non solo. Quando il test ha rilevato il cancro, in più del 90% dei casi è stato in grado di riconoscere anche in maniera esatta l'organo o il tessuto da cui la malattia ha avuto origine.

“Il test non solo dimostra la presenza del cancro, ma fornisce informazioni precise sul tipo di cancro e su dove il professionista della salute dovrebbe cercare la neoplasia”, dichiara l’immunologo e coautore dello studio Michael Seiden dell’azienda statunitense US Oncology. Tuttavia, il test presenta molti limiti. Quando, infatti, si vanno a considerare gli oltre 50 tumori presi in esame il test è stato in grado di rilevarli correttamente solo nel 44% dei casi e il più delle volte le forme di cancro già avanzate. Precisamente: solo il 18% dei tumori individuati era allo stadio I, il  43%   allo stadio II e l’81% allo stadio III. Percentuali di accuratezza più significative sono state invece rilevate quando il test è stato messo alla prova sui 12 tipi di cancro con la più alta mortalità (es. pancreas, intestino, ovaio). In questo caso la percentuale di casi individuati è stata di circa 67% per gli stadi precoci.

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