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Per gli italiani amanti dell’espresso potrà sembrare un grave affronto, ma il caffè allunga la vita solo se filtrato. In altre parole solo se lo si prepara “all’americana”. A dirlo è uno studio ventennale dell’Università di Göteborg, Svezia, pubblicato sull’European Journal of Preventive Cardiology. I risultati lasciano poco spazio alle interpretazioni. Nell’arco di due decenni, infatti, i ricercatori hanno seguito oltre mezzo milione di uomini e donne norvegesi sani con un’età compresa tra i 20 e i 79 anni. Ebbene, hanno scoperto che bere caffè bollito o non filtrato aumentava il rischio di morte per cause cardiovascolari, negli uomini di età pari o superiore a 60 anni. Mentre, bere caffè filtrato è risultato più salutare che non berlo affatto.

Infatti, rispetto a non consumare proprio caffè, bere quello filtrato è stato collegato a un ridotto rischio di morte del 15% per qualsiasi causa, a un rischio ridotto del 12% di decesso per malattie cardiovascolari negli uomini e nelle donne a un rischio inferiore del 20% di morte per malattie cardiache. Inoltre, lo studio ha evidenziato che chi beveva da una a quattro tazze di caffè filtrato al giorno aveva il tasso di mortalità più basso. Discorso completamente diverso per il caffè espresso italiano, ma anche per quello preparato con la caffettiera a stantuffo francese oppure per quello turco o greco. “Il caffè non filtrato contiene sostanze che aumentano il colesterolo. L’uso di un filtro le rimuove e rende meno probabili gli attacchi di cuore e la morte prematura”, dice l’autore dello studio Dag Thelle, professore al dipartimento di medicina dell’Università di Göteborg. “Lo studio fornisce prove solide e convincenti di un legame esistente tra i metodi di preparazione del caffè, attacchi di cuore e longevità”, aggiunge.

Che il caffè abbia un effetto importante, ben aldilà del fugace momento in cui si consuma, è evidente anche da un altro studio, secondo il quale questa popolare bevanda avrebbe la capacità di esaltare la dolcezza degli alimenti. Lo studio, condotto dall’Università di Aarhus (Danimarca) e pubblicato sulla rivista Foods, ha così svelato il segreto della perfetta combinazione di caffè e cioccolato fondente. “Bere caffè rende più sensibili alla dolcezza”, dichiara Alexander Wieck Fjldstad dell’Università di Aarhus. Il suo team ha coinvolto nella ricerca 156 soggetti per cui sono stati testati il senso dell'olfatto e del gusto prima e dopo aver assunto caffè. “Non abbiamo rilevato cambiamenti nel senso dell’olfatto, mentre il gusto era stato alterato, divenendo meno sensibile all’amarezza”, prosegue il ricercatore, secondo il quale probabilmente questo effetto dipende da alcune sostanze amare contenute nel caffè, che rendono più mite il gusto amaro del cioccolato fondente, di cui viene invece esaltata la dolcezza.

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