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Il microbiota potrebbe avere un ruolo determinante nell'insorgenza dell'emicrania, che è ritenuta la prima causa di disabilità tra gli individui di età inferiore ai 50 anni dalla Global Burden of Disease. Oggi sono numerosi gli studi che mostrano che un numero elevato di disturbi gastrointestinali può essere collegato al verificarsi dell'emicrania, suggerendo un ruolo chiave del microbiota, cioè l'insieme di quei batteri “buoni” che convivono con l'uomo nel suo intestino, nell'insorgere dell'emicrania attraverso l'asse intestino-cervello. Uno studio della South China University of Technology, ad esempio, dimostra che nei pazienti con emicrania la composizione del microbiota è meno varia, in termini sia di genere che di specie. La scoperta, pubblicata sulla rivista Frontiers in Cellular and Infection Microbiology, mostra come l'uso di probiotici che ripristino l'equilibrio tra specie batteriche differenti, ricostruiscano l’integrità della barriera intestinale e allo stesso tempo rappresentino un valido aiuto in molte forme di emicrania.

Lo studio della South China University of Technology ha rilevato una crescita significativa di particolari tipi di microrganismi (phylum dei Firmicutes e genere Clostridium) nelle persone con emicrania. A causa di questo si può ipotizzare un'alterazione della produzione di acidi grassi a catena corta e di neurotrasmettitori, sostanze molto importanti per il benessere del cervello. I ricercatori sottolineano che il monitoraggio di batteri nocivi come Clostridium potrebbe essere una nuova strategia per la diagnosi precoce e la prevenzione tempestiva dell'emicrania. Inoltre, agli emicranici potrebbero essere prescritti adeguati probiotici per curare il loro squilibrio intestinale o prevenire i loro disturbi intestinali, che possono ridurre l'insorgenza di attacchi di emicrania. Non solo, un’alterazione del microbiota modifica la produzione e l’assorbimento del triptofano, un amminoacido molto importante perché costituisce i "mattoni" con cui l’organismo costruisce la serotonina, sostanza conosciuta come "l'ormone del buonumore".

Inoltre, un’alterazione del microbiota intestinale produce anche un’infiammazione locale con rilascio di sostanze infiammatorie, le citochine, che colpiscono anche le terminazioni nervose dell'area e passano nella circolazione del sangue. In questo modo le citochine raggiungono il cervello e sono coinvolte nell’insorgenza del dolore emicranico e nella ricorrenza delle crisi cefalalgiche. “Le differenze nella composizione e nella funzione del microbiota intestinale tra i gruppi di persone con emicrania e quelli sani hanno fornito nuove informazioni, nonché nuovi bersagli terapeutici e strategie per il trattamento dell'emicrania, che potrebbero aiutare a migliorare la diagnosi precoce della malattia, nonché la prognosi a lungo termine e la qualità della vita dei pazienti che soffrono di emicrania”, concludono i ricercatori.

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