Si aggiunge un nuovo “alleato” nella lotta all'antibiotico-resistenza. Si tratta di cefiderocol, un farmaco che si è rivelato efficace nel trattamento delle infezioni da “super-batteri”, che possono colpire anche i malati di Covid-19. L'annuncio arriva da una ricerca dell'Unità Operativa di Malattie Infettive dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Infectious Diseases. Approvato dall’EMA, l'agenzia europea per i medicinali, lo scorso aprile e attualmente in fase di valutazione presso Aifa, cefiderocol si serve del sistema di assorbimento del ferro proprio dei batteri, per aprirsi un varco nella cellula, agendo come un “cavallo di Troia”.
La ricerca su nuovi antibiotici procede a rilento ma i batteri sviluppano nuovi meccanismi di resistenza a ritmo accelerato, rendendo sempre più difficile il trattamento delle infezioni ospedaliere. Nel contesto attuale, largamente dominato dal Covid-19, la “crisi” degli antibiotici è emersa con prepotenza, evidenziando la debolezza delle attuali opzioni terapeutiche e per combattere, in particolare, le infezioni da batteri Gram-negativi multi-resistenti che colpiscono anche i malati Covid-19, specie quelli assistiti in terapia intensiva. “La resistenza agli antibiotici è un fenomeno in continua crescita ed è un pericolo globale, tanto che l’OMS (https://www.who.int/) lo ha inserito tra le dieci minacce alla salute mondiale per il quinquennio 2019-2023”, commenta Marco Falcone, professore associato di Malattie infettive del Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa e primo autore della pubblicazione. “Purtroppo, il nostro Paese è ai primi posti in Europa per numero di decessi determinati da infezioni causate da microrganismi antibiotico-resistenti ed è quindi fondamentale trovare nuove ed efficaci terapie in tempi quanto più rapidi possibili”, aggiunge.
Lo studio è stato condotto su 10 pazienti critici di età media di 75 anni: 5 ospedalizzati per polmonite SARS-CoV-2, 4 ustionati ed un malato chirurgico (perforazione del colon). Tutti i pazienti erano in ventilazione meccanica invasiva in terapia intensiva e due in terapia sostitutiva renale continua. A seguito del fallimento delle terapie antibiotiche iniziali e dello sviluppo anche di tossicità correlata, è stato somministrato cefiderocol, in monoterapia in 9/10 pazienti. La durata del trattamento è stata di 14 giorni e il successo clinico a 30 giorni è stato del 70%, mentre la sopravvivenza del 90% (con un solo decesso, un paziente con Covid-19). “Nella metà dei casi esaminati la prolungata terapia di supporto ventilatorio meccanico ha favorito lo sviluppo di infezioni batteriche causate da patogeni Gram-negativi multi-resistenti resistenti ai carbapenemi, incluso Acinetobacter baumannii, e cefiderocol ha dimostrato le sue potenzialità nel bypassare i meccanismi di resistenza. Alla luce della situazione critica italiana, legata alla pandemia ma non solo, ci auguriamo che questa nuova opzione terapeutica sia al più presto disponibile per offrire ai pazienti italiani che ne necessitano le migliori cure possibili”, conclude.