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Non c'è niente di più sbagliato che “mangiare per due” in gravidanza. Al contrario le future mamme dovrebbero stare molte attente alla bilancia durante la gestazione. A confermarlo è un nuovo studio condotto dalla Duke University (Usa), secondo il quale l’accumulo eccessivo di tessuto adiposo nella mamma durante la gravidanza può incrementare il rischio di disturbi psichiatrici nel feto, specialmente tra i maschi. I risultati, pubblicati sulla rivista Nature Metabolism, hanno dimostrato la presenza di un collegamento tra aumenti di pedo durante la gestazione e futuri problemi di salute mentale nei figli, come la depressione.

Negli Stati Uniti, oltre il 50 per cento delle donne iniziano una gravidanza in sovrappeso, il che costituisce un pericolo sia per le mamme che per i piccoli. Il nuovo studio è stato condotto sui topi. In particolare, i ricercatori hanno esaminato in che modo un’alimentazione ricca di grassi possa influenzare le cellule immunitarie dei cuccioli di topo durante la gravidanza. Stando a quanto emerge dall’indagine, l’accumulo di adipe provoca dei cambiamenti negli organi cerebrali dei feti maschili, incrementando il consumo di serotonina chimica. Queste alterazioni possono portare a una serie di manifestazioni in futuro, ad esempio influenzando l’umore e favorendo comportamenti simili alla depressione. Nelle controparti femminili, invece, questi effetti non sono stati osservati. I ricercatori hanno notato che i maschi, ma non le femmine, nati da mamme che seguivano un’alimentazione ricca di grassi durante la gravidanza, mostravano un apporto minore di serotonina, un messaggero cerebrale molecolare tipicamente ridotto nelle persone con depressione. Questa diminuzione è stata osservata per tutta la vita degli animali, suggerendo che i primi impatti nell’utero potrebbero provocare conseguenze per tutta la vita.

Gli studiosi hanno esaminato le cellule immunitarie residenti nel cervello, chiamate microglia, che svolgono il compito di individuare i potenziali agenti patogeni e di eliminare le cellule morte. Gli esperti hanno scoperto che un elevato accumulo di grasso durante la gravidanza influisce sulle cellule della microglia, che vengono "istruite" a limitare la presenza di serotonina nel cervello. Ma solo nei feti di sesso maschile. Per valutare la possibilità che una dieta ricca di grassi possa provocare gli stessi effetti nelle gestanti umane, il team ha esaminato il tessuto placentare e cerebrale del feto umani. In questo modo hanno scoperto che maggiore è la quantità di grasso misurata nel tessuto placentare, minori sono i livelli di serotonina nel cervello dei maschi, ma non nelle femmine. “Questi risultati – concludono gli autori – potrebbero essere utili per guidare medici e genitori verso una migliore comprensione e un possibile trattamento per alcuni disturbi dell’umore considerando fattori ambientali precoci, come l’accumulo di grasso durante la gestazione. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per capire da cosa possa dipendere la differenza di genere osservata nel lavoro”.

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