MENU

Nuove prospettive per il trattamento dell’insufficienza valvolare mitralica grazie alla chirurgia mininvasiva: per la prima volta in Europa, è stata impiantata una nuova protesi mitralica percutanea. I primi interventi all’IRCCS Istituto Clinico Humanitas di Rozzano, in collaborazione con un team internazionale israeliano-americano, nel contesto di uno studio internazionale che coinvolge Mayo Clinic e Ohio Health negli Stati Uniti. In sala Antonio Colombo, senior consultant in Humanitas; Bernhard Reimers, responsabile della Cardiologia Clinica, Interventistica e UCC in Humanitas; Antonio Mangieri e Damiano Regazzoli, cardiologi interventisti di Humanitas. “Da subito è stato riscontrato un miglioramento della funzionalità cardiaca dei pazienti – spiega Reimers – confermato al follow-up a distanza di 3 mesi».

La mitrale è la valvola posta tra l’atrio sinistro e il ventricolo sinistro del cuore e regola il passaggio del sangue ossigenato proveniente dai polmoni: il malfunzionamento della valvola fa refluire parte del sangue nell’atrio anziché nell’aorta, provocando sintomi quali dispnea (mancanza del respiro), gonfiori e affaticamento. L’incidenza nella popolazione italiana è di circa l’1,7% e aumenta negli anziani. La valvola mitrale può essere riparata o sostituita chirurgicamente, ma le valvole attualmente disponibili per sostituzione percutanea richiedono un’incisione all’apice del cuore.

“Con la nuova protesi mitralica percutanea -spiega Mangieri - si minimizzano i rischi e si riducono i tempi chirurgici e del recupero post-operatori: la procedura viene eseguita attraverso un’incisione di solo un centimetro all’altezza dell’inguine che consente al paziente una mobilizzazione precoce rispetto ad un taglio all’’apice del cuore”. L’intervento dura 3 ore circa e si svolge in sala di emodinamica in anestesia totale. Il paziente resta poi in Terapia Intensiva per 24 ore, sveglio, per il monitoraggio. Le dimissioni avvengono dopo circa 3 giorni e sono previsti controlli a 1, 3, 6 mesi dopo l’intervento.

x