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Nei funghi allucinogeni potrebbe celarsi un composto potenzialmente utile per il trattamento dell'anoressia, uno dei più comuni disturbi alimentari. Si tratta della psilocibina che sembra essere in grado di alterare la percezione del proprio corpo e, per questo, potrebbe aiutare le persone con anoressia. A scoprirlo è stato un gruppo di ricercatori dell’Università della California, a San Diego, in uno studio pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Per verificare se la psilocibina è sicura e tollerabile tra le persone con anoressia, il team di ricerca ha riunito 10 donne di età compresa tra 18 e 40 anni con questa condizione e ha somministrato a ciascuna una singola dose di 25 mg di psilocibina.

I partecipanti sono stati trattati in un contesto clinico con un terapista qualificato. Le sessioni individuali sono durate diverse ore ciascuna a causa del lungo viaggio allucinogeno che ha seguito la dose di psilocibina. Tre mesi dopo la sessione di psilocibina, il 90% dei partecipanti ha affermato di sentirsi più positivo riguardo agli sforzi della vita e il 70% ha riferito un cambiamento generale nell’identità personale e nella qualità della vita. Quattro partecipanti, il 40% del campione, hanno avuto sostanziali diminuzioni nei punteggi standard dell’Eating Disorder Examination, abbastanza bassi da qualificarsi come in remissione da un disturbo alimentare.

I ricercatori invitano però a non lasciarsi prendere troppo presto dall'entusiasmo: “L'anoressia è davvero difficile da trattare - ha spiegato detto la ricercatrice principale dello studio, Stephanie Knatz Peck - . Le persone con anoressia sono spesso ambivalenti rispetto al trattamento: i loro comportamenti radicati sono proprio quelli che le fanno sentire meglio, così circa il 20% delle persone con anoressia sviluppa una condizione cronica. Per questo c'è grande bisogno di opzioni innovative e la psilocibina sembra un approccio promettente”.

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