La stimolazione profonda di circuiti chiave nel talamo, un'area cerebrale posta sotto la corteccia, potrebbe migliorare le funzioni cognitive in persone colpite da gravi lesioni cerebrali. A suggerirlo è uno studio condotto dalla Weill Cornell Medicine di New York e pubblicato sulla rivista Nature Medicine. Questa tecnica, testata in uno studio clinico condotto su un piccolo gruppo di pazienti, sembra essere non solo fattibile ma anche sicura.
Attualmente, non esistono terapie efficaci per alleviare gli effetti debilitanti delle lesioni sulle funzioni cognitive, come l’attenzione, le funzioni esecutive, la memoria di lavoro o la velocità di elaborazione delle informazioni. Ricerche precedenti indicano che la riduzione dell’attività in circuiti cerebrali chiave nel talamo potrebbe essere associata a una perdita di funzione cognitiva. Nel nuovo studio sono stati valutati gli effetti della stimolazione profonda del cervello come possibile trattamento per ripristinare le funzioni cognitive in pazienti con disabilità cognitive croniche causate da traumi cranici. Il piccolo gruppo di partecipanti, composto da sei adulti con una traumi cranici moderati o gravi, è stato sottoposto a un impianto chirurgico di elettrodi in specifiche aree del talamo, utilizzando moderne tecniche di neuroimaging per individuare i circuiti neuronali con attivazione compromessa.
Nei cinque partecipanti rimasti nello studio, la stimolazione profonda applicata a questi circuiti nel talamo non ha causato reazioni avverse gravi ed ha portato a un miglioramento delle velocità di elaborazione, misurate con test cognitivi specifici che valutano l’attenzione, la velocità e flessibilità mentale, l’organizzazione spaziale, l’iter visivo, il richiamo e il riconoscimento, rispetto ai valori di base, prima dell’intervento chirurgico. Gli autori suggeriscono che i risultati offrono prove preliminari positive ma sottolineano che ulteriori studi in trial clinici più ampi sono necessari per convalidare l’efficacia di questo trattamento.