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La resistenza del mieloma multiplo alla chemioterapia dipende anche dalla “scomparsa” di uno specifico gene nelle cellule tumorali che diventano così “invisibili” al sistema immunitario. A scoprirlo è uno studio condotto dall’IRCCS Candiolo, i cui risultati sono stati pubblicati sulle pagine della rivista Blood.

“A causa della perdita di un gene noto come GABARAP il mieloma multiplo diventa ‘invisibile’ al riconoscimento da parte del sistema immunitario” , spiega Annamaria Gullà, responsabile del Laboratorio di Ematologia Traslazionale e Immunologia di Candiolo. Il mieloma multiplo è il secondo tumore del sangue in Italia, che colpisce ogni anno circa 2700 donne e 3000 uomini, ed è provocato da un’eccessiva riproduzione delle plasmacellule nel midollo osseo. La maggior parte delle persone con mieloma ha una recidiva di malattia dopo il primo trattamento. Con il progredire della malattia, il susseguirsi delle recidive e dei trattamenti, il mieloma diventa sempre più difficile da trattare. Il team dell’IRCSS Candiolo è partito dallo studio del meccanismo d’azione del farmaco che agisce sia contro le cellule tumorali che stimolando il sistema immunitario ad attaccare.

“Tramite una serie di analisi in modelli preclinici abbiamo dimostrato che le cellule tumorali morenti, colpite direttamente da questo farmaco di prima linea, esprimono sulla loro superficie una proteina nota come calreticulina - evidenzia Gullà - che rende il tumore visibile al sistema immunitario che può così attaccarlo. Ma la perdita del gene GABARAP compromette l’esposizione della calreticulina, riducendo in questo modo l’azione del sistema immunitario contro il cancro”. I ricercatori del Candiolo hanno inoltre dimostrato che un altro farmaco, inizialmente usato nei casi di trapianto d’organo, può ripristinare l’effetto immunogenico del bortezomib. “Riteniamo che l'uso combinato dei due medicinali potrebbe migliorare gli esiti dei pazienti con mieloma multiplo, in caso di perdita di GABARAP”, dice Gullà.

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