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I neonati alimentati esclusivamente con latte materno durante la degenza ospedaliera hanno un rischio del 22 per cento più basso di sviluppare asma nella prima infanzia rispetto a chi invece riceve l’aggiunta di latte artificiale. A dimostrarlo è uno studio condotto dagli scienziati del Center for Breastfeeding Medicine presso il Cincinnati Children’s Hospital Medical Center, presentato durante la Conferenza nazionale 2024 dell’American Academy of Pediatrics a Orlando. I ricercatori, guidati dalla scienziata Laura Placke Ward, ha esaminato i dati relativi a 9.649 bambini nati presso il centro ospedaliero.

Di questi, riportano gli esperti, solo il 31 per cento ha ricevuto allattamento esclusivo al seno. Il 5 per cento di tutti i bambini ha poi ricevuto una diagnosi di asma. Ebbene, lo studio ha rilevato che i neonati che sono stati nutriti solo con il latte materno avevano un tasso inferiore di diagnosi di asma rispetto a quelli che non hanno ricevuto latte materno o che non sono stati nutriti esclusivamente tramite l'allattamento al seno. “Il ricovero ospedaliero post-nascita – spiega Ward – costituisce la base fondamentale per un corretto avvio dell’allattamento al seno, e, nonostante si tratti di pochissimi giorni, può influenzare molti esiti di salute, come l’asma infantile. Inoltre, i neonati la cui prima poppata è stata a base di latte materno avevano anche un tasso inferiore di asma rispetto a quelli la cui prima poppata non era a base di latte materno”.

Lo studio evidenziano la necessità di promuovere le pratiche ospedaliere per supportare l’allattamento esclusivo, dato che queste prime esperienze possono avere un impatto sulla salute a lungo termine. “Questi dati – sottolinea Ward – sottolineano l’importanza di supportare e promuovere l’allattamento esclusivo al seno durante i primi giorni di vita. Questo approccio capillare e tempestivo potrebbe avere un impatto sulla salute dei bambini a lungo termine, riducendo il rischio di condizione croniche, come l’asma”.

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