Farmaco di classe A, soggetto a prescrizione medica.
Flacone polvere + fiala solvente per iniezioni intramuscolari; polvere per soluzione per infusione.
A che cosa serve
Trattamento delle seguenti infezioni negli adulti e nei bambini compresi i neonati (dalla nascita):
- Polmonite nosocomiale
- Infezioni broncopolmonari nella fibrosi cistica
- Meningite batterica
- Otite media cronica suppurativa, otite esterna maligna
- Infezioni complicate del tratto urinario
- Infezioni complicate della cute e dei tessuti molli
- Infezioni complicate intra-addominali
- Infezioni delle ossa e delle articolazioni
- Peritonite associata a dialisi nei pazienti con dialisi peritoneale ambulatoriale continua
Quanto ne serve
La posologia più adatta viene definita dal medico in base al tipo di paziente e al tipo di infezione.
Negli adulti, il dosaggio abituale previsto è di 1 g ogni 8 ore oppure 2 g ogni 12 ore, aumentabili fino a 3 g ogni 12 ore in caso di infezioni gravi. Nei bambini la posologia varia in relazione al peso e all’età. Negli anziani il dosaggio giornaliero massimo non deve superare i 3 g.
Come e quando si prende
Viene somministrato una volta al giorno attraverso iniezioni intramuscolari o per infusione.
Avvertenze e indicazioni
La ceftazidima ha uno spettro limitato di attività antibatterica. Non è idonea per l’uso come singolo agente antibatterico per il trattamento di alcuni tipi di infezioni a meno che l’agente patogeno non sia già documentato e noto essere sensibile.
La ceftazidima è escreta per via renale. Pertanto, la dose deve essere ridotta in base al grado di compromissione renale. I pazienti con insufficienza renale devono essere controllati attentamente per l’efficacia e per la sicurezza.
Ceftazidima può essere prescritta in gravidanza solo se i benefici superano i rischi; può essere usata durante l’allattamento.
Possono verificarsi effetti indesiderati (capogiri) che possono compromettere la capacità di guidare veicoli o di usare macchinari.
Effetti indesiderati, controindicazioni, interazioni
Le reazioni avverse più comuni sono eosinofilia, trombocitosi, flebite o tromboflebite con la somministrazione endovenosa, diarrea, aumenti transitori degli enzimi epatici, rash maculopapulare o urticarioide, dolore e/o infiammazione a seguito di iniezione intramuscolare e positività al test di Coombs.
Il suo impiego è controindicato in caso di ipersensibilità alle cefalosporine (spesso presente in chi è allergico alle penicilline) e gravi alterazioni della funzionalità del fegato e dei reni.
L’uso concomitante di alte dosi con medicinali nefrotossici può avere effetti negativi sulla funzionalità renale.
Il cloramfenicolo è un antagonista in vitro della ceftazidima e di altre cefalosporine e bisogna considerare la possibilità che si manifesti antagonismo tra i due antibiotici.
A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Scheda aggiornata a giugno 2023