Farmaco essenziale di classe A, erogato gratuitamente al cittadino.
Ricetta medica obbligatoria.
Compresse rivestite da 150 mg, 300 mg.
A che cosa serve
Il propafenone è un farmaco antiaritmico usato per la prevenzione e il trattamento di tachicardie e tachiaritmie ventricolari e sopraventricolari, compresa la sindrome di Wolf Parkinson White, quando associate a sintomi disabilitanti.
Quanto ne serve
Per il trattamento iniziale e quello di mantenimento, la dose giornaliera consigliata è di 450 – 600 mg (una compressa da 150 mg, tre o quattro volte al giorno).
Occasionalmente può essere necessario un aumento della dose giornaliera fino a 900 mg (due compresse da 150 mg tre volte al giorno). La dose individuale di mantenimento dovrà essere determinata sotto controllo specialistico cardiologico comprendente ripetute valutazioni elettrocardiografiche e rilievi della pressione arteriosa.
Come e quando si prende
Per via del loro sapore amaro e per via dell’effetto anestetizzante locale del principio attivo, le compresse devono essere inghiottite intere, non succhiate o masticate con sufficiente liquido (es. un bicchiere di acqua), a stomaco pieno.
Avvertenze e indicazioni
È essenziale valutare dal punto di vista elettrocardiografico e clinico ogni paziente cui venga somministrato propafenone prima e durante la terapia allo scopo di determinare se la risposta al propafenone sia tale da giustificare un uso continuativo.
Durante la gravidanza la prescrizione di propafenone deve essere effettuata nei casi di riconosciuta ed effettiva necessità, sotto diretto controllo medico.
Dati limitati inducono a ritenere che il propafenone possa essere escreto nel latte materno. A motivo dei potenziali gravi effetti indesiderati sul neonato, il medico dovrebbe decidere se fare interrompere l’allattamento o l’impiego del farmaco, considerando l’importanza di quest’ultimo per la madre.
Il prodotto, in alcuni pazienti, può originare visione confusa, vertigini, stanchezza o ipotensione ortostatica; tali sintomi possono influenzare la velocità di reazione del paziente e pregiudicare la capacità individuale di utilizzare macchinari o veicoli a motore.
Effetti indesiderati, controindicazioni, interazioni
Il propafenone può indurre alcuni effetti indesiderati come anoressia, nausea, sensazione di sazietà, secchezza e intorpidimento della bocca, sensazione di amaro in bocca, parestesie, disturbi visivi, vertigini, sincopi, ipotensione ortostatica.
Questo medicinale è controindicato nei seguenti casi: ipersensibilità al principio attivo, ad altre sostanze strettamente correlate dal punto di vista chimico o ad uno qualsiasi degli eccipienti; difetti di conduzione atriale, blocco atrio ventricolare di secondo grado o di grado maggiore o blocco di branca o blocco distale in assenza di pacemaker artificiale; insufficienza cardiaca manifesta, shock cardiogeno (ad eccezione di quello provocato da aritmia), grave bradicardia, gravi disturbi preesistenti della conduzione dell’eccitamento a livello senoatriale, atrioventricolare ed intraventricolare, malattia del nodo senoatriale (sindrome bradicardiatachicardia), difetti di conduzione atriale, blocco atrio ventricolare di secondo grado o di grado maggiore o blocco di branca o blocco distale in assenza di pacemaker artificiale disturbi manifesti del bilancio elettrolitico, gravi pneumopatie ostruttive, marcata ipotensione, miastenia grave.
Informare il medico o il farmacista se si sta assumendo o si è recentemente assunto qualsiasi altro medicinale, compresi quelli senza prescrizione medica.
Un aumento della concentrazione plasmatica di propafenone è stata riscontrata durante trattamento simultaneo con cimetidina, chinidina o chetoconazolo, eritromicina e succo di pompelmo. Sono stati riscontrati aumenti dei livelli plasmatici di propanololo, metoprololo, desipramina, ciclosporina e digossina a seguito della somministrazione contemporanea di questi farmaci con propafenone. Gli anticoagulanti orali (es. fenprocumone, warfarin) possono interagire con propafenone, con conseguente potenziamento dell’effetto anticoagulante.
Si raccomanda quindi di controllare accuratamente i parametri della coagulazione di quei pazienti trattati contemporaneamente con anticoagulanti orali e propafenone.
L'uso concomitante di paroxetina può provocare un aumento del livello plasmatico di propafenone.
A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Scheda aggiornata a giugno 2023