Farmaco di classe A.
Ricetta medica obbligatoria.
Compresse rivestite 1,25 mg, 2,5 mg, 3,75 mg, 5 mg, 7,5 mg, 10 mg.
A che cosa serve
Il bisoprololo appartiene ad un gruppo di farmaci noti come beta-bloccanti. Questi farmaci agiscono influenzando la risposta dell’organismo ad alcuni impulsi nervosi, soprattutto a livello cardiaco. Di conseguenza il bisoprololo rallenta la frequenza del battito cardiaco e permette al cuore una più facile circolazione del sangue in tutto l’organismo. L’insufficienza cardiaca si manifesta quando il muscolo cardiaco si indebolisce e non è più in grado di pompare abbastanza sangue per far fronte alle esigenze dell’organismo. Questo medicinale trova indicazione nel trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile. Di norma viene usato in associazione con altri medicinali indicati per trattare questa condizione (come ACE-inibitori, diuretici e glicosidi cardioattivi).
Quanto ne serve
Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile con il bisoprololo richiede una fase di aggiustamento del dosaggio.
Il trattamento con bisoprololo deve essere iniziato con un graduale aumento del dosaggio secondo il seguente schema:
1,25 mg una volta al giorno per 1 settimana, se ben tollerato aumentare a
2,5 mg una volta al giorno per un’ulteriore settimana, se ben tollerato aumentare a
3,75 mg una volta al giorno per un’ulteriore settimana, se ben tollerato aumentare a
5 mg una volta al giorno per le 4 settimane successive, se ben tollerato aumentare a
7,5 mg una volta al giorno per le 4 settimane successive, se ben tollerato aumentare a
10 mg una volta al giorno per la terapia di mantenimento. La dose massima raccomandata è 10 mg una volta al giorno.
Come e quando si prende
Prendere la compressa con un po' d'acqua al mattino, con o senza cibo.
Il trattamento dell’insufficienza cardiaca cronica stabile con il bisoprololo è generalmente un trattamento a lungo termine.
Il trattamento con bisoprololo non deve essere interrotto in modo improvviso poiché le condizioni del paziente potrebbero aggravarsi temporaneamente. Specialmente in pazienti con malattie cardiache ischemiche, il trattamento non deve essere interrotto in modo improvviso. È raccomandata una graduale diminuzione della dose giornaliera.
Avvertenze e indicazioni
L’impiego di bisoprololo non è raccomandato nei bambini e negli adolescenti.
Il bisoprololo non è raccomandato durante la gravidanza se non strettamente necessario: in tal caso, è raccomandato il monitoraggio del flusso ematico utero-placentare e della crescita fetale.
Non è noto se il bisoprololo passa nel latte materno. Durante la terapia con questo farmaco si sconsiglia pertanto di allattare al seno.
La capacità di guidare o di operare su macchinari può risultare compromessa in base al grado di tolleranza del medicinale. Bisogna stare particolarmente prudenti all’inizio del trattamento, in fase di incremento della dose oppure quando il medicinale viene cambiato ed anche in caso di contemporanea assunzione di alcool.
Effetti indesiderati, controindicazioni, interazioni
Gli effetti indesiderati più comunemente osservati con bisoprololo sono capogiri, cefale, sensazione di freddo o di intorpidimento alle estremità, ipotensione (specialmente nei pazienti con insufficienza cardiaca), bradicardia (riduzione del numero di battiti del cuore), disturbi gastrointestinali come nausea, vomito, diarrea, stipsi, affaticamento e mancanza di forze (astenia).
Non assumere questo medicinale se si è allergici al bisoprololo.
Il farmaco è controindicato in caso di broncospasmo, bradicardia, acidosi metabolica, shock cardiogeno, insufficienza cardiaca acuta, feocromocitoma non trattato, gravi problemi circolatori alle estremità (come la sindrome di Raynaud) con conseguente formicolio alle dita dei piedi e delle mani che possono impallidire o diventare blu.
Informare il medico o il farmacista se si sta assumendo, si ha recentemente assunto o si potrebbe assumere qualsiasi altro medicinale. Non è raccomandato associare l’assunzione di bisoprololo a farmaci calcio-antagonisti non diidropiridinici (verapamil e diltiazem), a medicinali antiaritmici di Classe I, a medicinali antipertensivi che agiscono centralmente come la clonidina.
A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Scheda aggiornata a giugno 2023