Farmaco di classe A, concedibile esente
Ricetta medica obbligatoria ; ricetta non ripetibile
Compresse rivestite 50 mg
A che cosa serve
Azatioprina è utilizzata come agente immunosoppressivo e antimetabolita, sia da solo che, più comunemente, in associazione ad altri farmaci (solitamente cortisonici) e tecniche che influenzano la risposta immunitaria. È stata utilizzata con beneficio clinico nel trapianto d’organo e in pazienti affetti dalle seguenti patologie: artrite reumatoide grave; lupus eritematoso sistemico; dermatomiosite e polimiosite; epatite cronica attiva autoimmune; pemfigo volgare; poliarterite nodosa; anemia emolitica autoimmune; porpora trombocitopenica cronica idiopatica refrattaria.
Quanto ne serve
La dose dipende dalla condizione clinica. In generale, la dose iniziale è di 1-3 mg/kg di peso corporeo/giorno e deve essere regolata, entro questi limiti, in funzione della risposta clinica (che può non essere evidente per settimane o mesi) e secondo la tollerabilità ematica. La dose di mantenimento può variare da meno di 1 mg/kg di peso corporeo/giorno fino a 3 mg/kg di peso corporeo/giorno in funzione della condizione clinica e della risposta individuale del paziente.
Nel trapianto d’organo a seconda del regime immunosoppressivo adottato, viene generalmente somministrata una dose di carico fino a 5 mg/kg di peso corporeo/giorno. La dose di mantenimento può variare da 1 a 4 mg/kg di e deve essere aggiustata in base alle esigenze cliniche e alla tollerabilità ematica.
Come e quando si prende
Azatioprina può essere assunta con o senza cibo, tuttavia, la somministrazione di questo farmaco dopo i pasti può ridurre l’assorbimento orale e pertanto deve essere considerato il monitoraggio dell’efficacia terapeutica dopo questo tipo di somministrazione. La dose non deve essere presa con latte o suoi derivati. Azatioprina deve essere assunta almeno 1 ora prima o 2 ore dopo l’assunzione di latte o derivati.
Avvertenze ed effetti collaterali
Non è raccomandata l’immunizzazione con vaccini vivi fino ad almeno 3 mesi dopo la fine del trattamento con azatioprina.
Non si consiglia la somministrazione concomitante di ribavirina e azatioprina.
Questo farmaco deve essere prescritto solo se il paziente può essere adeguatamente controllato per gli effetti tossici durante tutta la durata della terapia. Particolare attenzione deve essere prestata nel monitorare la risposta ematologica e nel ridurre la dose di mantenimento al minimo richiesto per la risposta clinica. Durante le prime otto settimane di terapia si devono eseguire esami emocromocitometrici, inclusa la conta delle piastrine, almeno settimanalmente o più frequentemente se vengono utilizzate alte dosi o in presenza di gravi alterazioni della funzionalità renale e/o epatica. La frequenza degli esami emocromocitometrici può essere ridotta nel prosieguo della terapia ma si suggerisce di effettuarli mensilmente, o almeno, a intervalli di non più di 3 mesi.
Ai primi segni di riduzione anomala della conta ematica, il trattamento deve essere interrotto immediatamente, in quanto i leucociti e le piastrine possono continuare a ridursi dopo l'interruzione del trattamento.
Va riferita al proprio medico curante qualsiasi evidenza di infezioni, emorragie od ematomi inattesi o altre manifestazioni che possano essere legate a depressione midollare. La soppressione midollare è reversibile se azatioprina viene sospesa abbastanza precocemente.
Azatioprina è tossica per il fegato e si devono monitorare routinariamente i test di funzionalità epatica. Cautela deve essere usata oltre che nei pazienti con alterazione della funzionalità del fegato, anche in quelli con disfunzioni renali. In questi pazienti si deve prendere in considerazione la riduzione del dosaggio iniziale e si deve monitorare attentamente la risposta ematologica
Esistono individui con deficienza ereditaria dell'enzima tiopurina metiltransferasi (TPMT) che possono essere sensibili in modo non usuale all'effetto mielosoppressivo di azatioprina e portati a sviluppare una rapida depressione midollare a seguito del trattamento iniziale con azatioprina, specialmente se questo farmaco è somministrato insieme ad altri medicinali quali olsalazina, mesalazina e sulfasalazina che inibiscono l’attività dell’enzima TPMT. E’ stata anche riportata una possibile associazione tra una riduzione dell’attività del TPMT e leucemie e mielodisplasie secondarie. Pertanto, l'attento monitoraggio della conta ematica è sempre necessario.
I pazienti trattati con azatioprina da sola o in combinazione con altri agenti immunosoppressori, come i corticosteroidi, hanno mostrato una maggiore sensibilità a infezioni virali (specialmente da virus della varicella e herpes zoster), micotiche e batteriche, compresa infezione severa o atipica e riattivazione virale, come il virus dell’epatite B (HBV) nei soggetti portatori di questo virus o in quelli con documentata precedente infezione da HBV.
La malattia infettiva e le complicazioni possono essere più gravi in questi pazienti rispetto a quelli non trattati.
I pazienti che ricevono una terapia immunosoppressiva, compresa azatioprina, hanno un rischio aumentato di sviluppare disordini linfoproliferativi e altre malignità, in particolare tumori della pelle (melanoma e non-melanoma), sarcomi (di Kaposi e non di Kaposi) e tumori della cervice uterina in situ. Sono stati anche segnalati casi di linfoma epatosplenico a cellule T quando azatioprina è stata utilizzata da sola o assieme ad agenti anti-TNF o altri immunosoppressori, soprattutto in pazienti con malattie infiammatorie croniche dell’intestino. L’aumento del rischio sembra essere correlato al grado e alla durata del trattamento immunosoppressivo. La sospensione dell’immunosoppressione può, tuttavia, favorire la regressione parziale dei disordini linfoproliferativi.
I pazienti in trattamento con più farmaci immunosoppressivi possono essere a rischio di una immunosoppressione particolarmente marcata e, quindi, tale terapia deve essere mantenuta al più basso livello efficace. Poiché in tali pazienti è usuale l'incremento del rischio di tumori cutanei, si deve limitare l'esposizione alla luce solare e alla luce ultravioletta, e i pazienti devono indossare un abbigliamento protettivo e utilizzare creme solari ad elevato fattore di protezione.
Azatioprina potrebbe aumentare il rischio di sviluppo di un disturbo grave, detto sindrome da attivazione macrofagica, un fenomeno osservato in pazienti con malattie autoimmuni, in particolare con malattie infiammatorie croniche intestinali. Nel caso dovesse insorgere questo disturbo la terapia con azatioprina deve essere sospesa.
Le reazioni avverse più comuni includono depressione del midollo osseo che si manifesta più frequentemente come leucopenia, trombocitopenia o anemia; infezioni virali, fungine e batteriche e nausea.
Altri effetti collaterali osservati non comunemente sono pancreatite, colestasi e ipersensibilità al farmaco. E’ rara la possibilità di insorgenza di tumori, di danno al fegato pericoloso per la vita, e di alopecia.
Molto rari sono colite, diverticolite e perforazione intestinale (dopo trapianti), sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica e polmonite reversibile.
Controindicazioni, interazioni
Ipersensibilità a azatioprina o ad uno qualsiasi degli eccipienti.
L’ipersensibilità alla 6- mercaptopurina deve allertare il medico prescrittore su una probabile ipersensibilità ad azatioprina.
L’attività immunosoppressiva di azatioprina potrebbe dar luogo a una risposta atipica e potenzialmente negativa ai vaccini vivi e, pertanto, la somministrazione di vaccini vivi a pazienti che ricevono azatioprina non è raccomandata fino a 3 mesi dopo la fine del trattamento con azatioprina. È stata segnalata mielosoppressione grave a seguito della somministrazione concomitante di azatioprina e ribavirina, pertanto, la somministrazione concomitante non è consigliata. La somministrazione concomitante di farmaci citostatici, o farmaci che possono avere effetto mielosoppressivo, come la penicillamina, deve essere, ove possibile, evitata.
Sono stati riportati casi che suggeriscono che la comparsa di anomalie ematologiche può essere dovuta alla concomitante somministrazione di azatioprina e ACE inibitori.
Cimetidina e indometacina possono avere effetto mielosoppressivo, che può essere incrementato dalla somministrazione concomitante di azatioprina.
Quando gli inibitori della xantino-ossidasi, come allopurinolo, oxipurinolo e/o tiopurinolo, sono somministrati in associazione con 6-mercaptopurina o con azatioprina, la dose di questi ultimi deve essere ridotta al 25% della dose originale. Poiché febuxostat (altro inibitore della xantino-ossidasi) può prolungare l’attività di azatioprina, causando eventualmente un aumento della soppressione del midollo osseo, la somministrazione concomitante di questi due farmaci non è raccomandata.
Se azatioprina è somministrata in concomitanza ad alte dosi di metotrexato, la dose deve essere aggiustata per mantenere una idonea conta leucocitaria.
Può essere necessario considerare dosi più basse di azatioprina quando viene somministrata in concomitanza con derivati aminosalicilici (olsalazina, mesalazina o sulfasalazina).
Azatioprina interagisce, inoltre, con infliximab.
È stata riportata inibizione dell’effetto anticoagulante di warfarin e di acenocumarolo, quando somministrati in concomitanza con azatioprina, pertanto, possono essere necessarie dosi più alte dell’anticoagulante.
A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Scheda aggiornata a giugno 2023