MENU

CONOSCI I PRINCIPI ATTIVI

 Il principio attivo è il vero cuore del farmaco, la sostanza con il potere terapeutico.
Vuoi sapere quali sono i principi attivi alla base dei medicinali più usati?
In questa sezione puoi trovare tutte le informazioni sui principi attivi utili al trattamento delle patologie più comuni.

I testi contenuti in questa sezione sono realizzati da Egualia e sintetizzano le informazioni
desunte dai Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) e dei Fogli Illustrativi (FI)
aggiornati dei farmaci, autorizzati in Italia e contenuti nella Banca Dati AIFA (Agenzia italiana del farmaco).

 

Farmaco di classe A, erogato gratuitamente al cittadino
Ricetta medica obbligatoria Compresse rivestite 2,5mg; 5mg; 7,5mg

A che cosa serve

Ivabradina è utilizzato per trattare:

  • l’angina pectoris stabile sintomatica (una malattia che causa dolore al torace) in pazienti adulti la cui frequenza cardiaca è superiore o uguale a 70 battiti al minuto. È utilizzato nei pazienti adulti che non tollerano o non possono assumere beta-bloccanti. È anche utilizzato in associazione con i beta-bloccanti nei pazienti adulti la cui condizione non è completamente controllata con un beta-bloccante.
  • l’insufficienza cardiaca cronica nei pazienti adulti la cui frequenza cardiaca è maggiore o uguale a 75 battiti al minuto. È utilizzato in associazione con la terapia convenzionale, che include il trattamento con un beta-bloccante o nel caso in cui i beta-bloccanti siano controindicati o non tollerati.

Quanto ne serve

La dose di ivabradina è stabilita in funzione delle necessità individuali. Per il trattamento dell’angina pectoris stabile, la dose iniziale non deve superare una compressa da 5 mg due volte al giorno. Se sono presenti ancora i sintomi dell’angina e la dose giornaliera di 5 mg due volte al giorno è tollerata, la dose può essere aumentata. La dose di mantenimento non deve superare i 7,5 mg due volte al giorno. In alcuni casi (ad esempio per le persone anziane), il medico può prescrivere metà dose, cioè una compressa da 2,5 mg o mezza compressa da 5 mg, due volte al giorno. Per il trattamento dell’insufficienza cardiaca, la dose iniziale raccomandata è di una compressa da 5 mg due volte al giorno, da aumentare se necessario a una compressa da 7,5 mg due volte al giorno. In alcuni casi (ad esempio per le persone anziane) il medico può prescrivere metà dose, cioè una compressa da 2,5 mg o mezza compressa da 5 mg, due volte al giorno.

Come e quando si prende

Le compresse di ivabradina devono essere assunte la mattina e la sera durante i pasti. Le compresse da 5mg possono essere divise in parti uguali.

Avvertenze ed effetti collaterali

Viene raccomandata particolare cautela per l’assunzione di ivabradina in caso si soffra di una delle seguenti condizioni:

  • disturbi del ritmo del cuore (come battito cardiaco irregolare, palpitazioni, aumento di dolore al petto) o fibrillazione atriale intensa (una forma di aritmia che rende il battito cardiaco irregolare), o si riscontri una alterazione dell’elettrocardiogramma (ECG) chiamata “sindrome del QT lungo”
  • stanchezza, capogiri o fiato corto
  • sintomi di fibrillazione atriale (frequenza dei battiti del cuore a riposo insolitamente alta (oltre 110 battiti al minuto) o irregolare, senza nessuna ragione apparente, che ne rende difficile la misurazione)
  • ictus recente
  • pressione del sangue bassa da lieve a moderata
  • pressione del sangue non controllata, in particolare a seguito di un cambiamento del trattamento antipertensivo
  • grave insufficienza cardiaca o insufficienza cardiaca con una alterazione dell’ECG chiamata “blocco di branca”
  • malattia cronica della retina
  • malattie del fegato di gravità moderata
  • gravi problemi renali

Le reazioni avverse più comuni che si manifestano con questo medicinale sono dose dipendente e sono legate al suo meccanismo d’azione. Effetti indesiderati molto comuni sono rappresentati da fenomeni visivi luminosi (brevi momenti di aumentata luminosità, molto spesso causati da improvvisi cambiamenti dell’intensità della luce). Possono essere anche descritti come un alone, lampi colorati, scomposizione dell’immagine o immagini multiple. Questi fenomeni generalmente si sviluppano nei primi due mesi di trattamento dopodiché possono verificarsi ripetutamente e risolversi durante o dopo il trattamento. Effetti indesiderati comuni sono rappresentati dalla modifica della funzione cardiaca (come rallentamento del battito del cuore, rapida e irregolare contrazione del cuore, anormale percezione del battito del cuore), pressione del sangue non controllata, mal di testa, capogiri e visione offuscata (visione appannata). Questi fenomeni si verificano in particolare entro i primi 2-3 mesi dall’inizio del trattamento.
Effetti indesiderati non comuni comprendono: palpitazioni e battito cardiaco irregolare, sensazione di malessere (nausea), costipazione, diarrea, dolore addominale, giramento di testa (vertigini), difficoltà a respirare (dispnea), crampi muscolari, cambiamenti nei parametri di laboratorio: alti livelli nel sangue di acido urico, eccesso di eosinofili (un tipo di globuli bianchi) ed elevata creatinina (prodotto di degradazione del muscolo) nel sangue, eruzione cutanea, angioedema (come gonfiore del volto, della lingua o della gola, difficoltà a respirare o a deglutire), pressione del sangue bassa, svenimento, sensazione di stanchezza, sensazione di debolezza, tracciato cardiaco anomalo all’ECG, visione doppia, visione indebolita. Rari sono orticaria, prurito, arrossamento della pelle, malessere.

Controindicazioni, interazioni

  • Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti
  • Frequenza cardiaca a riposo prima del trattamento troppo bassa (inferiore a 70 battiti al minuto)
  • Shock cardiogeno
  • Disturbo del ritmo del cuore
  • Ipotensione grave (pressione del sangue molto bassa)
  • Attacco di cuore (infarto miocardico)
  • Angina instabile (una forma grave in cui il dolore al torace si manifesta molto frequentemente e con o senza sforzo)
  • Insufficienza cardiaca peggiorata recentemente
  • Battito cardiaco imposto esclusivamente dal pacemaker
  • Gravidanza e allattamento
  • Grave compromissione della funzionalità epatica
  • Concomitante terapia con farmaci antifungini (come ketoconazolo, itraconazolo), antibiotici macrolidi (come iosamicina, claritromicina, telitromicina o eritromicina somministrata per via orale) o medicinali per trattare le infezioni da HIV (come nelfinavir, ritonavir) o nefazodone (medicinale per il trattamento della depressione) o diltiazem, verapamil (usato per l’alta pressione del sangue o l’angina pectoris)

Ivabradina può interagire con:

  • succo di pompelmo
  • fluconazolo (un medicinale antifungino)
  • rifampicina (un antibiotico)
  • barbiturici (per l’insonnia o per l’epilessia)
  • fenitoina (per l’epilessia)
  • Hypericum perforatum o erba di San Giovanni (prodotto erboristico usato per la depressione)
  • medicinali che prolungano l’intervallo QT per il trattamento di alterazioni del ritmo del cuore o di altri disturbi quali:
    • chinidina, disopiramide, ibutilide, sotalolo, amiodarone (per il trattamento dei disturbi del ritmo del cuore)
    • bepridil (per il trattamento dell’angina pectoris)
    • alcuni tipi di medicinali per il trattamento dell’ansia, della schizofrenia o di altre psicosi (come pimozide, ziprasidone, sertindolo)
    • medicinali per la malaria (come meflochina o alofantrina)
    • eritromicina per via endovenosa (un antibiotico)
    • pentamidina (un antiparassitario)
    • cisapride (usata per il reflusso gastro-esofageo)
  • alcuni tipi di diuretici che possono causare un abbassamento dei livelli di potassio nel sangue, come furosemide, idroclorotiazide, indapamide (usati per il trattamento dell’edema, per l’alta pressione del sangue)

 

A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Scheda aggiornata a giugno 2023

x