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CONOSCI I PRINCIPI ATTIVI

 Il principio attivo è il vero cuore del farmaco, la sostanza con il potere terapeutico.
Vuoi sapere quali sono i principi attivi alla base dei medicinali più usati?
In questa sezione puoi trovare tutte le informazioni sui principi attivi utili al trattamento delle patologie più comuni.

I testi contenuti in questa sezione sono realizzati da Egualia e sintetizzano le informazioni
desunte dai Riassunti delle Caratteristiche del Prodotto (RCP) e dei Fogli Illustrativi (FI)
aggiornati dei farmaci, autorizzati in Italia e contenuti nella Banca Dati AIFA (Agenzia italiana del farmaco).

 

Farmaco di classe A
Medicinale soggetto a prescrizione medica
Compresse rivestite 0,2mg, 0,3mg, 0,4mg

A che cosa serve

Moxonidina appartenente alla categoria degli antipertensivi e, nello specifico, agli agonisti dei recettori dell'imidazolina.

Quanto ne serve

Il trattamento deve essere iniziato con la dose più bassa di moxonidina, cioè 0.2 mg, al mattino. Se l'effetto terapeutico è insufficiente, dopo tre settimane, la dose può essere aumentata a 0.4 mg. La dose può essere somministrata come dose singola (da prendere al mattino) o in dosi suddivise (mattino e sera). Se i risultati sono ancora insufficienti, dopo altre tre settimane la dose può essere aumentata fino ad un massimo di 0.6 mg divisi tra il mattino e la sera. Non devono essere superate dosi singole di 0.4 mg e dosi giornaliere di 0.6 mg.

Come e quando si prende

Le compresse vanno deglutite intere con abbondante quantità di acqua.

Avvertenze ed effetti collaterali

Si raccomanda cautela nel trattamento di pazienti con una possibile predisposizione a sviluppare un blocco della conduzione atrio-ventricolare. Attenzione deve essere prestata anche nei pazienti con grave malattia coronarica o angina pectoris instabile, in quelli con insufficienza cardiaca moderata e nei pazienti con insufficienza renale. Se moxonidina viene utilizzata in combinazione con un β-bloccante, ed entrambi i trattamenti devono essere interrotti, il β-bloccante deve essere interrotto per primo, e, a seguire, moxonidina alcuni giorni dopo. Moxonidina non deve essere usata durante la gravidanza se non strettamente necessario.
E’ consigliabile non interrompere l'assunzione di moxonidina bruscamente, ma ridurla gradualmente nel corso di un periodo di due settimane.
Gli effetti collaterali più comuni sono

  • secchezza della bocca
  • mal di testa
  • sensazione di stordimento/vertigini
  • dolore alla schiena
  • pensiero anormale
  • problemi con il sonno, difficoltà a dormire (insonnia), sentirsi assonnato (sonnolenza),
  • eruzioni cutanee/prurito
  • sensazione di malessere (nausea), disturbi di stomaco, indigestione, stitichezza, diarrea,
  • stato di malessere (vomito)
  • vampate di calore
  • debolezza (astenia)

Controindicazioni, interazioni

  • ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti
  • malattia del nodo del seno
  • bradicardia (a riposo frequenza cardiaca < 50 pulsazioni/minuto)
  • blocco atrio-ventricolare di II o III grado
  • insufficienza cardiaca

La somministrazione concomitante di moxonidina con altri agenti antiipertensivi aumenta l'effetto ipotensivo. Moxonidina interagisce con antidepressivi triciclici, tranquillanti, alcool, sedativi ed ipnotici, benzodiazepine e tolazodina.

 

A cura di Ma.CRO Lifescience, startup dell’Università di Roma “La Sapienza”.

Scheda aggiornata a giugno 2023

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