Sport e attività fisica sarebbero un vero toccasana se palestre, piscine e piste ciclabili fossero accessibili a tutti e in tutti i Paesi europei. "Due terzi dei cittadini del Vecchio continente non fanno abbastanza movimento da raggiungere gli standard minimi fissati. E uno su cinque non ne fa affatto, o ben poco. Soprattutto nei Paesi dell'est". Questo il monito espresso dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) a Copenhagen, in occasione della Giornata del movimento per la salute 2008. "L'attività fisica - dice l'agenzia - è un biglietto per la buona salute, dunque dovrebbe essere accessibile facilmente, accettata culturalmente, di interesse generale e conveniente per tutti, in ogni nazione europea, sia per le persone agiate sia per le altre, per i giovani, gli adulti e gli anziani, sia per i sani che per i malati". La sezione europea dell'OMS, in collaborazione con l'University College di Suhr a Copenhagen, ha organizzato un incontro per discutere le diseguaglianze sociali nell'accesso all'attività fisica. A creare un divario tra chi può e chi non può dedicare tempo ed euro a un po' di sport sono "le condizioni socioeconomiche. Le persone con redditi bassi hanno percentuali molto più elevate di malattie croniche e obesità, legate alla mancanza di movimento e a un'alimentazione sbagliata". Il paradosso consiste nel fatto che sono più sedentari i disoccupati, che in teoria avrebbero maggiori possibilità di sfruttare il tempo a disposizione, che non chi lavora. E i colletti bianchi sono più sportivi di chi ha un impiego di tipo manuale. Un'istantanea che rimarca gli effetti dello status sociale. A creare un ulteriore divario contribuiscono anche i fattori culturali ed educativi. "Le persone meno istruite sono anche meno consapevoli dei benefici di un po' di sport".
Fonte: Adnkronos Salute