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Durante il terzo meeting dedicato alla cura delle ulcere cutanee, III Wound Care, è stata illustrata la carbossiterapia, un trattamento con anidride carbonica delle ferite difficili (piaghe da decubito, da ingessatura, lesioni post-traumatiche, vascolari, diabetiche e da ustione). Studi condotti dall'Unità Operativa di Chirurgia plastica dell'Università di Siena - spiega la Società Italiana di Carbossiterapia, coordinatrice dei centri specializzati che in Italia applicano la cura - hanno dimostrato che si ottengono benefici significativi con l'impiego della terapia VAC (Vacuum Assisted Closure) e della carbossiterapia.
"La VAC promuove la guarigione della ferita mediante l'applicazione di una pressione subatmosferica controllata sul sito della ferita", dice Carlo D'Aniello, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica e ricostruttiva dell'ateneo toscano. "La carbossiterapia somministra invece anidride carbonica attraverso un'apparecchiatura a design italiano certificata". Il gas, iniettato localmente con un ago sottilissimo, vasodilata e aumenta il drenaggio veno-linfatico migliorando la vascolarizzazione.



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