Uno studio condotto dai ricercatori della Ohio State University riabilita la cannabis quale fonte di principi attivi per prevenire o ritardare il morbo di Alzheimer.Gary Wenk e il suo team hanno già dimostrato che il tetraidrocannabinolo, riprodotto in una versione sintetica, aiuta la memoria negli animali. Ora i ricercatori statunitensi stanno compiendo il passo successivo: capire esattamente come funziona e in quale modo questo agente agisce sul cervello. Un precedente studio su modelli animali, del resto, aveva già dimostrato che ben tre recettori cerebrali vengono attivati da una sostanza sintetica che lavora come la cannabis. Si tratta di recettori legati al sistema endocannabinoide, coinvolto nella memoria, ma anche in processi fisiologici che regolano l'appetito, l'umore e la percezione del dolore. "Non stiamo certo dicendo alle persone che hanno casi di Alzheimer in famiglia di fumare marijuana - chiarisce Wenk - ma siamo al lavoro per comprendere se vi sono alcune proprietà di questa sostanza che possono essere riprodotte in farmaci legali per contrastare la perdita di memoria. È una speranza reale".