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Sono almeno 200mila le ragazze italiane, a volte giovanissime, che soffrono di anoressia o bulimia nervosa."Si tratta di patologie in continuo aumento - evidenzia Roberto Ostuzzi, presidente della Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare - tanto da rappresentare ormai un vero allarme sociosanitario. Far accettare una terapia a queste pazienti è particolarmente difficile, e per questo spesso i problemi diventano cronici". Il rischio è molto alto: nel 30% dei casi si parla di malattia molto resistente alle cure e di cronicità, con il manifestarsi di complicanze mediche o psichiatriche e rischi fatali. Così la mortalità per suicidio o per complicanze da malnutrizione è del 10% a 10 anni dall'inizio della malattia e del 20% a 20 anni. "Sono ragazze lucide, intelligenti, studiano con profitto o lavorano bene. Sono capaci di spiegare la propria situazione, ma continuano a negare il consenso alle cure. Certo - prosegue Ostuzzi - nelle situazioni più gravi è a volte necessario ricorrere a trattamenti salvavita coercitivi, ma si tratta di un'operazione molto difficile nella pratica, in base alla norme attuali che regolano il TSO (trattamento sanitario obbligatorio)".



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