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I ricercatori dell'Istituto neurologico Carlo Besta di Milano stanno valutando l'efficacia di un pacemaker mininvasivo, applicato attraverso una piccola incisione sul collo, per trattare i casi più gravi di cefaleada suicidio, così chiamata per l'intensità del dolore. La tecnica si chiama stimolazione del nervo vagale (Vagal Nerve Stimulation, VNS) ed è stata presentata al convegno organizzato ogni due anni dal Centro Cefalee dell'IRCCS milanese. Il pacemaker è stato sperimentato su una decina di pazienti, spiegano gli esperti, e i primi risultati di follow-up, a un anno di distanza dal trattamento, hanno dato esito positivo. Il pacemaker agisce sul nervo vago di sinistra, che viene usato come canale per veicolare microimpulsi elettrici a particolari centri cerebrali che controllano il dolore, centri diversi da quelli su cui interviene la stimolazione cerebrale profonda.



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