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Sono molti i cardiologi che stanno rivisitando il ruolo del colesterolo nelle patologie coronariche che potrebbe ridisegnare le linee guida.In particolare, non vi sono dubbi sugli effetti negativi di livelli elevati di LDL ("colesterolo cattivo"), che restano ancora associati a un'alta incidenza di eventi coronarici. Ciò che invece viene ora messo in discussione è la convinzione che la loro riduzione porti a un parallelo calo della casistica dei decessi per malattie cardiovascolari. "Un discorso speculare si può fare, inoltre - spiega Mario Marzilli, ordinario di Malattie Cardiovascolari dell'Università di Pisa - per quello cosiddetto buono (HDL). Più alti sono i livelli, minore è l'incidenza di malattie coronariche, o almeno questo si credeva finora. In chiave critica generale, si può parlare invece di esperienze deludenti. Il colesterolo HDL effettivamente può raggiungere livelli elevati, ma non sempre gli eventi coronarici si riducono parallelamente". "Non sorprende quindi - conclude l'esperto - che la cardiologia mondiale stia riflettendo su come riscrivere le nuove strategie diagnostico-terapeutiche".



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