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Novità in vista per i farmaci equivalenti. Il decreto sulle liberalizzazioni, in fase di conversione in legge in Parlamento, stabilisce che il medico dovrà informare il paziente su eventuali prodotti generici con uguale principio attivo.Se sulla ricetta non comparirà l'indicazione «non sostituibile», il farmacista dispenserà il medicinale a minor prezzo dopo aver ottenuto l'ok del cliente. In Italia il giro d'affari dei farmaci equivalenti (o generici) è di circa 800 milioni di euro l'anno. Medicinali che offrono un'opportunità di risparmio per i cittadini, perché prodotti utilizzando principi attivi di molecole con brevetto scaduto che permettono prezzi di vendita più bassi rispetto all'originale. Ma nonostante la loro richiesta sia in continua crescita, altri Paesi ci superano per diffusione: poco più del 13% in Italia, contro il 75% degli Stati Uniti o il 64% della Germania. Ma perché quasi tre italiani su quattro scelgono la marca anche quando è disponibile un generico? «L'assenza di un brand conosciuto ne frena la diffusione», dice Giorgio Foresti, presidente di Assogenerici. E poi c'è la questione diffidenza, sintetizzata nella domanda: sono efficaci e sicuri come gli originali? «Assolutamente sì», assicura Silvio Garattini, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano. «Il principio attivo dev'essere della stessa purezza di quello del prodotto di marca. Prima di immettere sul mercato un generico è necessario eseguire test in vitro e sui pazienti. Il dossier va consegnato all'Aifa, che deve concedere l'autorizzazione secondo regole molto rigide». Fonte Ok - salute e benessere

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