AssoGenerici si è espressa a proposito dell'approvazione in Commissione bilancio della nuova normativa sulla prescrizione dei farmaci: diventa obbligatorio indicare il principio attivo del farmaco, fatto salvo il caso in cui il medico non indichi le motivazioni di una scelta a favore del farmaco brand.
In particolare, AssoGenerici puntualizza:
“In queste ore si è sentito ripetere che questa norma non rientrerebbe nella spending review, in quanto non genera direttamente un risparmio di spesa. È un’interpretazione che rigettiamo”, dichiara Giorgio Foresti, presidente dell’Associazione. “Favorire il ricorso ai generici, permettendo alle industrie che li producono di raggiungere volumi di mercato adeguati è il solo modo di far scendere ulteriormente i prezzi. Non dovrebbe essere un mistero per nessuno il fatto che gli equivalenti, nel resto d’Europa, costano molto meno che in Italia proprio perché non esiste il monopolio del farmaco di marca. Basti pensare che se la concorrenza generasse una discesa del prezzo degli equivalenti anche soltanto del 10%, il Servizio sanitario risparmierebbe 400 milioni l’anno. Se si tiene presente questo dato di realtà, è evidente come questa norma rientri a pieno titolo tra quelle di revisione e razionalizzazione della spesa pubblica”.
Considerato che i cittadini oggi spendono 770 milioni di euro all'anno per coprire la differenza di prezzo tra equivalente e farmaco di marca, è palese che un maggior ricorso ai generici determinerebbe un notevole risparmio.
Conclude Foresti: “Ribadisco che non è il Servizio sanitario a dover farsi carico del sostegno dei settori industriali: quello è compito dei ministeri dell’Economia e dello Sviluppo, ai quali deve rivolgersi chi, come Farmindustria, prospetta il crollo del comparto. Il Servizio sanitario ha il solo dovere di garantire al cittadino la migliore prestazione al miglior prezzo”.
Fonte www.assogenerici.it