Al millenario quesito filosofico - “ma l'uomo è alla base buono o cattivo?” - se si dovesse cercare risposta nelle donazioni di sangue, vi sarebbero pochi dubbi. Ci sono oramai oltre 112 milioni di donatori, ed è un dato in continuo aumento che al contempo necessita di un'ulteriore spinta. Nei giorni scorsi si è celebrata la Giornata Mondiale dei Donatori – Paese capitale di turno il Vietnam – con qualche indicazione interessante anche sul nostro Paese.
Il dato incoraggiante è appunto quello di un buon incremento globale delle donazioni volontarie, conteggiato in 10,7 milioni in più nel 2013 rispetto a soli cinque anni prima. Le quote maggiori si registrano tradizionalmente nei Paesi abbienti, ma c'è un sensibile recupero anche in quelli meno sviluppati. La differenza è soprattutto nei beneficiari della donazione: nei primi si tratta in larga maggioranza di anziani, tra gli altri sono soprattutto bambini sotto i 5 anni di età.
Complessivamente sono 74 gli Stati che raccolgono (su base volontaria) oltre il 90% delle esigenze della propria popolazione, 57 quelli che arrivano alla sostanziale auto-sufficienza, e tra questi c'è l'Italia. Non mancano però le criticità. Anzitutto le catastrofi, tra guerre e calamità naturali, che hanno coinvolto oltre 250 milioni di persone solo nell'ultimo anno, e hanno causato più di un milione di decessi negli ultimi 10, sicché le donazioni sono ancora ben lontane dall'“obiettivo 100%” lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. In secondo luogo, la donazione è preziosa anche quando coinvolge la raccolta selettiva di emoderivati, che rimane assai più lontana dalla sufficienza, considerando che viene effettuata in poco più di un terzo dei Paesi.
L'Italia rientra nella categoria dei più virtuosi, grazie tra l'altro all'impegno dell'Associazione Volontari Italiani del Sangue e di tantissime persone. Ma la guardia non va abbassata, anche perché emerge qualche piccolo allarme dalle ultime cifre. Nel 2016 i donatori nel nostro Paese sono stati 1 milione e 688mila, circa 40mila in meno rispetto all'anno precedente, nonché il dato più basso dal 2011. E' in parte un calo fisiologico, dovuto all'invecchiamento della popolazione, ma questo rappresenta una ragione in più per incentivare i giovani. Lo slogan “Dona ora, dona spesso” è rivolto anzitutto a loro.