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Viaggiare è per molti il massimo dei piaceri, al punto che, secondo le stime diffuse dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015 i turisti sono stati complessivamente circa 1,2 miliardi, con tendenze all'ulteriore aumento. A volte però ci si rovina la vacanza ammalandosi.

Viaggiare è per molti il massimo dei piaceri, al punto che, secondo le stime diffuse dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2015 i turisti sono stati complessivamente circa 1,2 miliardi, con tendenze all'ulteriore aumento. A volte però ci si rovina la vacanza ammalandosi, ed è un rischio che si alimenta in alcuni contesti, dove permangono patologie e virus insidiosi, altrove debellati. Nei giorni scorsi le autorità sanitarie statunitensi hanno quindi aggiornato il loro apposito “Yellow Book”, che tiene conto delle segnalazioni internazionali e include nelle sue “avvertenze” anche il nostro Paese.

In cima alle preoccupazioni rimangono l'Asia e l'Africa Sub-sahariana, dove si registrano globalmente il 60% delle malattie di viaggio, quali malaria, dengue e febbre enterica. Poi ci sono i virus ritenuti “emergenti”, come zika (prevalentemente in America Latina) ed ebola, nonché alcuni allarmi specifici, come la polio in Nigeria o la mers (sindrome respiratoria mediorientale) nell'area tra il Libano e l'Iran, con particolari criticità nei luoghi e nei tempi dell’afflusso massiccio legato ai pellegrinaggi (come quello a La Mecca).

La guida americana, oggetto di frequenti aggiornamenti nella versione digitale, include anche “buone notizie”, come il nuovo vaccino contro il colera, nonché consigli utili, che vanno dalle immunizzazioni alla prevenzione di alcuni disturbi diffusi, dalla nausea alla diarrea, dal problema del jet lag alla gestione delle alte quote, oltre naturalmente ai consigli alimentari.

In mezzo a consulenze e allarmi, non manca qualche curiosità, tra cui la stessa inclusione del nostro Paese tra quelli “a rischio”. La citazione è in particolare sul morbillo, che da noi ha rialzato la testa negli ultimi anni, complice qualche difetto nelle vaccinazioni. Il Ministero italiano della Salute si è quindi attrezzato in proposito anche con lo strumento di un bollettino settimanale.

E anche l'ultimo è tutt'altro che incoraggiante. 3346 casi e due decessi solo dall'inizio dell'anno, in larga parte (88%) tra i non vaccinati o tra i vaccinati con una sola dose (7%). Non mancano per i pazienti alcune complicanze (35%), tanto che nel 40% si arriva al ricovero. E non ne sono immuni neppure gli operatori sanitari, con oltre 250 casi nel 2017. Solo la Romania ci supera in tali cifre a livello europeo. Magra consolazione: l'allerta morbillo è lanciata, oltre che per Italia e la stessa Romania, anche per Germania e Belgio. “Andateci solo se immunizzati”, dicono gli americani. E questo dovrebbe preoccupare, a maggior ragione, anche chi ci vive.

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