“Troppi farmaci prescritti dall'ospedale”, sintetizzano alcune agenzie, per segnalare una presa di posizione, in parte anche autocritica, dei medici di base. Il nodo è in realtà più complesso, e per certi versi più semplice. È un importante richiamo all’ordine degli stessi prescrittori che - avendo come obiettivo l’appropriatezza e l’ aderenza terapeutica - invitano ad una maggior attenzione personalizzata al paziente - in particolare agli anziani, specie all’atto delle dimissioni dall’ospedale - che tenga conto della storia e delle esigenze specifiche del singolo.
Il fenomeno, analizzato e stigmatizzato nei giorni scorsi a Roma, in occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Intern, è quello di una sorta di “automatismo”, una “cascata prescrittiva” che si verificherebbe soprattutto in occasione dei “transiti ospedalieri”. Da un'indagine dell'Istituto Mario Negri, è emerso infatti che dopo il ricovero - evento che interessa annualmente cinque milioni di anziani - il paziente si ritrova con due prescrizioni di farmaci in più, che si aggiungono ai cinque mediamente in uso, con una proporzione di inappropriatezza prescrittiva stimata al 42%.
Come conseguenza di tale sovrapposizione un over-65 su cinque sarebbe costretto a un nuovo ricovero nell'arco di tre mesi, in relazione anche all'insorgenza di effetti avversi. L’approssimazione della prescrizione avrebbe anche ricadute in termini di scarsa aderenza alla terapia prescritta: secondo l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa), infatti, solo poco più di un terzo dei pazienti riesce a seguire correttamente il trattamento, gli altri lo seguono male o lo abbandonano, complici alcuni errori prescrittivi e anche le difficoltà economiche dei singoli.
La raccomandazione è allora quella di una prescrizione meglio adattata ai pazienti, che meritano inoltre di essere aiutati e monitorati nel loro percorso di cura, specie in età avanzata. Gli imperativi forniti dall'Aifa in tema di appropriatezza sono la correttezza diagnostica e terapeutica, indicazioni precise e motivate su dosi e tempi del trattamento, l'attenzione alle possibili controindicazioni, nonché alle eventuali interazioni con altri medicinali.
Per i pazienti il messaggio è quello di evitare il fai da te, per i medici quello di un'attenzione in più. Per le istituzioni, c'è un imperativo ulteriore, quello di frenare il dilagante traffico di farmaci illegali. L'ultima stima, consegnata dai Carabinieri dei Nas e presentata anche al G7 Salut, tenutosi in questi giorni a Milano, quota un mercato illegale da oltre 21 miliardi di dollari l'anno, che si nutre soprattutto delle vendite on-line.