C’è un drammatico paradosso, segnalato da un’indagine dell’Associazione Lotta alla Trombosi (Alt): solo un italiano su tre sa cosa sia la “trombosi”, evento che colpisce circa 600mila italiani l’anno (il doppio dei tumori) e ne uccide almeno 230mila. Si tratta di una condizione determinata dalla coagulazione del sangue nelle arterie o nelle vene da cui ha origine un “trombo”, ovvero un grumo, che può avere conseguenze gravissime: ad esempio un infarto (se il trombo ostruisce un’arteria coronarica o altre che nutrono il muscolo cardiaco), un’ischemia cerebrale o ictus (se raggiunge la carotide), o anche l’amputazione della gamba (se si forma nel cuore e si frammenta in emboli che bloccano le arterie degli arti inferiori).
Un capitolo particolare - segnala l’Alt - è poi quello relativo ai bambini: ad esserne colpiti sono uno su 50 mila, ma il dato si quintuplica per il piccoli ricoverati, specie per problemi cardiovascolari o tumorali, con l’aggravante di un difetto diffuso di diagnosi precoce.
Con questo obiettivo l’Associazione ha istituito da sette anni un apposito “Registro Italiano delle Trombosi Infantili” (Riti): “Con esso abbiamo raccolto dati preziosi, con la collaborazione di tutti i centri pediatrici ospedalieri italiani, e ora i medici iniziano a diagnosticare di più questi casi”, racconta uno dei suoi fautori, Paolo Simioni, dell’Università di Padova. Il Registro è un progetto che vive di contributi volontari, per questo è stato rilanciato in questi giorni, in occasione del “Black Friday”.
Effettuando una donazione di 20 euro (l’Iban è IT67C0311101626000000013538) si può ricevere l’“Agenda del cuore 2018”, a carattere informativo, contribuendo concretamente alla sfida della prevenzione: “In almeno un caso su tre – nota ancora l’Alt – la trombosi può essere evitata, e questo riguarda tutti”. Fondamentale, anche in questo caso, un corretto stile di vita: un’alimentazione equilibrata, senza eccessi – siano essi carboidrati o proteine – e con tanta frutta e verdura; naturalmente evitare l’alcol, il fumo e altre droghe. E soprattutto il movimento, perché la sedentarietà è la migliore alleata della trombosi.