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La qualità (oltre alla durata) della vita degli anziani affetti da cardiopatie è oggettivamente migliorata, grazie a un'interventistica sempre meno invasiva.

La qualità (oltre alla durata) della vita degli anziani affetti da cardiopatie è oggettivamente migliorata, grazie a un'interventistica sempre meno invasiva. L’ultimo Congresso a Roma, il 78esimo, della Società Italiana di Cardiologia (Sic), è stato anche l’occasione per una ricorrenza storica, quella dei quarant’anni dell’angioplastica, tecnica dilatatoria dei vasi sanguigni concepita nei suoi albori negli Stati Uniti, ma in realtà realizzata anzitutto in Europa, in Svizzera, grazie al radiologo tedesco Andreas Roland Grüntzig.

In Italia tali interventi a titolo “preventivo” sono oramai circa 150mila l’anno, a cui si aggiungono le angioplastiche primarie per il trattamento dell’infarto acuto, oltre quota 35mila. Il consesso non si è limitato del resto alla celebrazione delle conquiste acquisite, ma anche all’annuncio di nuove. È ad esempio il caso della “Tavi”, la tecnica con cui si impianta una valvola di maiale attraverso un catetere inserito in un’arteria della gamba, per combattere la “stenosi valvolare aortica”. Si pratica con un’anestesia solo locale, senza dover ricorrere all’apertura del torace.

Anch’essa, in realtà non è una novità assoluta, essendo già praticata da oltre dieci anni nei pazienti ad altissimo rischio chirurgico, ossia in età avanzata con comorbidità quali l’insufficienza renale o la broncopneumatia cronico-ostruttiva. Il passo avanti, che interessa decine di migliaia di persone, è che l’intervento è stato ora perfezionato e ritenuto pertinente anche per i soggetti a rischio intermedio o basso.

“È una novità riportata quest’anno dalle linee guida europee e ribadite dal documento degli esperti della Sic”, spiega il suo neopresidente Ciro Indolfi. L’aspetto critico è che nel nostro Paese si assiste a un fenomeno di sottoutilizzo. Il fabbisogno della Tavi è stimato in Italia in circa 300 pazienti per milione di abitanti, ma il suo impiego è ridotto a 68 per milione (ben al di sotto della media europea), per giunta con gravi sperequazioni regionali, a discapito delle aree del centro-sud.

Tra gli altri temi recenti, trattati a Congresso, anche la tecnica di riparazione della valvola mitrale (il cui ventricolo sinistro si dilata, riducendo la funzione contrattile) con un semplice “clip”, o anche la sua completa sostituzione per via percutanea, effettuata per la prima volta nell’uomo solo due anni fa, all’Università romana di Tor Vergata. Innovazioni rivoluzionarie, destinate a ridurre gli interventi a cuore aperto quasi al solo novero dei ricordi del passato.

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