Apporto energetico, formazione muscolare, coagulazione sanguigna, sistema immunitario. Le proteine sono una variabile essenziale della salute del nostro corpo. Eppure, non bisogna esagerare, come in ogni ingrediente, anche se salubre. Da decenni è in corso un dibattito, tra gli stessi studiosi, su quale sia il “punto di equilibrio”, fermo restando il criterio della “personalizzazione”, ossia il fatto che ognuno di noi, per definizione, abbia esigenze diverse, per fascia d’età, attività motorie, abitudini alimentari complessive.
Negli Stati Uniti, in particolare, pur tra pareri assai diversi (salvo il comune riconoscimento di un generale eccesso proteico nelle abitudini nazionali), le autorità federali hanno fissato un parametro (riconosciuto generalmente anche in Europa), che consiste nell’assunzione di 0,8 grammi di proteine al giorno per ogni chilo del proprio peso al giorno. Alcuni, però, suggeriscono che tale soglia possa addirittura raddoppiarsi. Un documento dell’American Dietetic Association, Dietitians of Canada e l'American College of Sports Medicine, lo sostiene con particolare riferimento agli sportivi. Molti altri perorano un’integrazione proteica anche per il mantenimento e lo stimolo muscolare tra gli anziani.
Ed è su questo che il Brigham and Women's Hospital di Boston, con una ricerca pubblicata su Jama Internal Medicine, ha compiuto un estesa verifica scientifica. Sono stati ingaggiati 78 uomini di almeno 65 anni, sottoponendoli per sei mesi a diversi regimi alimentari.
L'esito è stato piuttosto chiaro e univoco. Il gruppo che consumava più proteine di quelle raccomandate dal citato parametro non mostrava differenze significative con riferimento a nessuno dei criteri considerati, ossia la massa e la forza muscolare, la massa grassa, le funzionalità fisiche e l'esposizione alla fatica.
“È sorprendente come gli esperti continuino a consegliare agli anziani diete ad alto contenuto proteico, e lo facciano sulla base di evidenze finora poco consistentii”, commentano gli autori dello studio, chiamando i nutrizionisti e gli altri specialisti a un'inversione di rotta. Che un'alimentazione iperproteica sia d'aiuto per gli anziani esposti a fragilità o a patologie croniche rappresenta un mito non suffragato, agli ultimi riscontri, da alcuna evidenza.