Bambini troppo coccolati, viziati, “atomizzati” da eccessi di attenzione, scarsa responsabilizzazione, pochissima cessione di autonomia. I rischi ci sono, gli errori possibili sono molteplici, e altrettanti i loro effetti sullo sviluppo psicofisico della persona che cresce. L’educazione pediatrica è materia infinitamente complessa e soggetta nell’ultimo secolo a parecchi scossoni, rivoluzioni e controrivoluzioni. Ma tra tante ideologie e teoremi si perde talora il senso di qualche verità inconfutata, a iniziare da quella che tale autonomia non si costruisce negando l’attenzione dei genitori, ma anzi rassicurandone la presenza.
Una conferma arriva da un’interessante pubblicazione sulla rivista Pediatrics, che spiega gli esiti di un’estesa sperimentazione effettuata a New York. I pediatri hanno seguito un insieme di bambini per anni, dalla nascita fino all’età scolare.
Alcuni sono stati sottoposti per tre anni a un programma (“Video Interaction Project”), in cui i genitori leggevano ad alta voce delle storie ai figli e giocavano a “fare finta di” (con infinite varianti possibili), mentre venivano filmati, per poi confrontarsi con gli esperti, sulla base dei video. L’osservazione è durata per oltre tre anni e ha incluso anche altri bambini, rimasti estranei a tale progetto, tutti seguiti per un follow-up ulteriore di un anno e mezzo dopo la conclusione del progetto.
La differenza è risultata “molto significativa” su tutti i parametri considerati. Il gruppo seguito in tale progetto ha palesato rischi notevolmente diminuiti, rispetto agli altri, di manifestare, crescendo, deficit di attenzione, iperattività, comportamenti aggressivi o scarso autocontrollo. Gli autori dello studio commentano sottolineando il potenziale dell’attività genitoriale di lettura e di gioco “per lo sviluppo emotivo e sociale del bambino”.
Qual è il limite temporale sull’importanza di tale attenzione? In realtà non c’è, e anzi la stessa indagine ha mostrato come i benefici per la salute psico-fisica del piccolo tendano ad aumentare se si protrae il medesimo tipo di attività oltre il periodo considerato dal programma. Al di là delle mille variabili che determinano una buona pedagogia, la semplice verità è che lo sviluppo psico-fisico del bambino è alimentato dai genitori, mai dalla loro assenza. L’autonomia si trasmette con la presenza e l’empatia, guai a dimenticarcene.