Il 78% della popolazione italiana ha difetti visivi. Ma per una strana omissione psicologica tendiamo spesso a dimenticarci dell’insidia, dinanzi a una delle nostre funzioni vitali più essenziali. Ed è un difetto grave, perché la vista richiede cura e prevenzione, nell’imperativo della tempestività. Nei giorni scorsi è stata annunciata tra l’altro l’istituzione di un apposito “Osservatorio”, l’Osvi (Osservatorio per la Salute della VIsta), come costola dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione (associazione di promozione sociale), per sensibilizzarci sull’ampiezza del problema, e anche per ricordarci l’importanza di periodici controlli.
Secondo un’indagine dell’onlus Commissione Difesa Vista, circa il 40% degli italiani non si reca adeguatamente dall’oculista, e quasi il 20% indossa una correzione visiva inadeguata alle proprie necessità. Incuranze che si aggravano ulteriormente per i bambini, che dovremmo proteggere: uno su due non ha mai effettuato una visita specialistica.
La tendenza è peraltro globale, con proporzioni analoghe. Sulle motivazioni delle mancate visite periodiche, secondo il Barometer of Global Eye Health (da un’indagine sui Paesi di vari continenti, Italia inclusa), in due terzi dei casi si adduce il fatto che non hanno sintomi o non si considerano, appunto, prioritari, i controlli della vista (rispetto ad esempio ai controlli per la pressione), nell’altro terzo si lamentano problemi economici.
Tra gli altri dati, emerge un’attenzione leggermente aumentata nella prevenzione tra le donne, e anche il riconoscimento pressoché unanime tra gli specialisti (il 97%) di un’inadeguata sensibilizzazione pubblica sull’importanza del tema. Che non si limita alla “perdita di qualche diottria”. Si pensi che il glaucoma, ad esempio, colpisce al momento un milione di italiani, oltre a rappresentare la seconda causa di cecità evitabile nel mondo. Di più, sono proprio gli occhi spesso a poter rivelare, da attente osservazioni, la presenza di decine di patologie che coinvolgono altre parti del corpo, inclusi tumori e diabete.
Restando all’ambito delle facoltà visive, si stima che l’80% dei deficit può essere prevenuto se diagnosticato e trattato in tempo. Deficit che, secondo l’Istat, coinvolgono in modo grave quasi un terzo degli ultra-65enni, e più della metà degli over-80. In tutto questo il difetto di prevenzione è davvero grave. Poco interesse? In realtà no, solo scarsa conoscenza. Lo stesso Barometer rivela che le persone generalmente preferirebbero sacrificare un arto o qualche anno di vita piuttosto che perdere la vista.