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Novità piuttosto promettenti annunciate in una pubblicazione sulla rivista americana Dermatologic Surgery dai ricercatori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma.

Dopo decenni di promozioni e trasmissioni televisive che annunciano miracoli, lo scetticismo è motivato. Di più, è condiviso dagli scienziati: un trattamento risolutivo sostanzialmente ancora non c’è. Qualcosa però si muove, e succede proprio in Italia, con novità piuttosto promettenti annunciate in una pubblicazione sulla rivista americana Dermatologic Surgery dai ricercatori dell’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) di Roma.

Si tratta di una terapia biologica e cellulare per la perdita dei capelli, che consiste in un prelievo dal paziente di un campione di plasma - ricco di piastrine, globuli bianchi e fibrina - che viene poi trattato con un “emoconcentratore” (progettato da un’azienda italiana), e quindi reiniettato nella zona del capo interessata dalla perdita di capelli. L’idea è semplice, e non presenta effetti collaterali (sovente pesanti, nelle terapie conosciute finora), se non in qualche possibile sensazione di gonfiore e bruciore che si risolve spontaneamente entro due o tre giorni.

Per sperimentarla è stato coinvolto un esteso campione di 168 persone, che soffrivano di alopecia androgenetica. Tra loro, 102 uomini di età media di 28 anni, che saliva a 36 anni per le 66 donne. Il campione è stato seguito per tre anni, e confrontato con un “gruppo di controllo”, non sottoposto alla terapia, che ha in effetti palesato un aggravamento della perdita di capelli. 

Per gli altri, sottoposti alla nuova terapia, emerge invece un grande successo, pressoché senza precedenti, con la ricrescita riscontrata nell’80% dei pazienti trattati, inclusi quelli con forme avanzate di calvizie. Ed è un risultato che fa presagire un allargamento della platea di persone coinvolte. “Un possibile campo di applicazione di questa tecnica riguarda anche pazienti che hanno perso i capelli a causa della chemioterapia”, spiega il coordinatore dello studio Giovanni Schiavone. La procedura ha un costo di circa 1500 euro: parecchio ma non troppo -   si nota all’Idi - considerando anche il paragone con le alte spese sostenute da molti in lozioni perlopiù inefficaci.

La metodica rientra nell’ambito della cosiddetta “medicina rigenerativa”, già impiegata contro patologie quali l’artrosi al ginocchio. Nei mesi scorsi, ad esempio, l’Università di Manchester  ha sperimentato un principio attivo già utilizzato nel trattamento dell’osteoporosi. Per ora si è trattato solo di test effettuati in laboratorio e gli stessi ricercatori inglesi avvertono che serviranno tempo e cautela prima di arrivare all’esperienza clinica. chiedono tempo e cautela. In Italia invece la procedura anti calvizie è già in uso e, all’evidenza, per molti ha funzionato.

 

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