Ci siamo, è iniziato l’assiduo monitoraggio settimanale della rete “Influnet” con le sue “sentinelle” di medici e pediatri coordinati dall’Istituto Superiore di Sanità per fornire un quadro e un controllo assiduo della stagione influenzale. Che ha già coinvolto circa 200mila italiani - in aggiunta ai tanti virus simil-influenzali e varie sindromi di raffreddamento in agguato dagli albori dell’autunno - e ne colpirà almeno tre milioni, stando alle proiezioni e alle insidie in arrivo soprattutto da Australia e Asia.
Cifre abbastanza “normali”, in linea più o meno con gli ultimi anni, peraltro essi stessi piuttosto nocivi. Quel che è meno “normale” è la catena di perduranti errori che ancora molti ripetono. La prima è la scarsa abitudine a vaccinarsi, il che è invece calorosamente suggerito soprattutto alle fasce deboli, quali gli anziani, le donne incinta o chi soffre di malattie che l’influenza può indurre a complicanze, quali il diabete, patologie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche.
L’altro errore, ancor più grossolano, è il facile ricorso agli antibiotici. “L’'influenza è una malattia virale e pertanto gli antibiotici, che sono attivi contro i batteri, non hanno alcuna indicazione, quindi solo nei casi complicati e dietro indicazione medica possono essere utilizzati”, ricorda Massimo Andreoni, Direttore Scientifico della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), che poi ricorda: “In tutti gli altri casi i farmaci da utilizzare sono anti-infiammatori delle prime vie aeree e antipiretici”.
Semplice, eppure molti sbagliano, e cercano l’antibiotico che, oltre a esser in questi casi quasi sempre fuori luogo e foriero di rischi collaterali, presenta un problema in più, che suscita crescente allarme nel mondo della medicina: quello dell’antibiotico-resistenza, alimentato da abusi come quello descritto. Da uno studio, pubblicato dalla rivista Lancet dal Centro Europeo per il Controllo delle Malattie, emerge che ogni anno ben 33mila europei muoiono per infezioni da batteri resistenti agli antibiotici ec- si noti - un terzo dei decessi si verifica in Italia.
Dati drammatici, che ci ricordano come le soluzioni da adottare sono molto meno invasive, sul piano farmacologico e anche su quello alimentare. L’abbondanza di frutta e verdura è il fondamento essenziale della prevenzione, e anche di una rapida guarigione dal virus. “Non recedere da molta frutta in insalata con agrumi, papaya e kiwi che aiutano anche a combattere l’influenza intestinale”, raccomanda in particolare la Fondazione Veronesi, che poi aggiunge: “Non trascurare la vitamina D che svolge un ruolo essenziale nell’accorciare la convalescenza mangiando, ad esempio, un uovo al tegamino”.