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C’è una pietanza che non dovrebbe mai mancare sulle nostre tavole, specialmente in quelle dove si servono gli anziani: sono i funghi. Consumarne, infatti, 300 grammi o più settimana potrebbe aiutarci a mantenere giovane il nostro cervello. Più precisamente, mangiarli abitualmente ridurrebbe oltre il 50 per cento il rischio di sviluppare un disturbo cognitivo minore, ovvero una forma di lieve declino mentale che, in alcuni casi, può evolvere in Azheimer. A suggerire questa gustosa strategia per combattere l’invecchiamento del cervello è uno studio della National University of Singapore, pubblicato sul Journal of Alzheimer's Disease.

Il deterioramento cognitivo lieve rappresenta una sindrome neurologica che fa riferimento ad un declino cognitivo superiore a quanto previsto per età e livello di istruzione di un individuo, ma che lascia preservate le principali attività della vita quotidiana. Di conseguenza può essere inteso come una fase intermedia tra il normale invecchiamento e la demenza vera e propria. Colpisce generalmente dai 60 anni d’età in poi con un’incidenza che può raggiungere il 25,2 per cento nella fascia di età 80-84 anni.

Nel nuovo studio i ricercatori hanno trovato una strategia semplice ed efficace che potrebbe aiutare nella prevenzione. Lo studio ha coinvolto 663 volontari di età superiore ai 60 anni, di cui i ricercatori hanno verificato abitudini di vita e preferenze alimentari, concentrando l’attenzione sul consumo di funghi. I partecipanti sono stati sottoposti a una serie di test per diagnosticare o escludere una diagnosi di disturbo cognitivo minore. Dopo aver considerato molte variabili - come l’abitudine al fumo, il sesso, il livello di istruzione, il consumo di alcoli e così via - i ricercatori sono riusciti a dimostrare l’effettivo beneficio del consumo di funghi. Hanno così scoperto che con un consumo settimanale di 300 grammi di funghi o più, ovvero due porzioni a settimana, le probabilità di sviluppare il disturbo cognitivo minore si riducono del 57 per cento

Non è ancora chiaro in che modo i funghi riescano a mantenere il cervello “giovane”, ma qualche ipotesi c’è. “Siamo molto interessati a un composto chiamato ergotioneina”, spiega Irwin Cheah, che ha partecipato alla ricerca. “Si tratta di un composto unico, con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, che gli esseri umani - aggiunge - non sono in grado di sintetizzare da soli. Può essere ottenuto solamente attraverso l’alimentazione, e i funghi sono una delle possibili fonti più abbondanti”. Per questo il prossimo passo dei ricercatori è quello di avviare un trial clinico in cui testare l’efficacia della ergotioneina purificata e di altre sostanze naturali nel ritardare lo sviluppo di deficit cognitivi negli over 60. In un precedente studio gli esperti asiatici avevano visto che anziani con declino cognitivo presentano un deficit di questa sostanza nel sangue.”Questa correlazione è sorprendente e incoraggiante”, dichiara Lei Feng della National University of Singapore, che sta attualmente pianificando una sperimentazione clinica.”Sembra che un singolo ingrediente della tavola, peraltro facilmente disponibile, possa avere effetti ragguardevoli sulle funzioni cognitive”, conclude.

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