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La narcolessia è una malattia subdola e difficile da diagnosticare. Nel nostro paese si stima che ne soffrano dalle 12mila alle 30mila persone e che la diagnosi venga solitamente effettuata con circa 10 anni di ritardo. Per questo, su iniziativa della Associazione Nazionale Narcolettici e Ipersonni (AIN Onlus), sono state lanciate le “Red Flags”, iniziativa per promuovere la conoscenza dei segni e dei sintomi della malattia tra i pediatri e i medici. La narcolessia si manifesta attraverso una sonnolenza diurna particolare. Chi ne è affetto, nel corso della giornata fa sonnellini brevi e ristoratori, durante i quali spesso sogna, con il rischio di avere subito dopo delle allucinazioni. La narcolessia viene spesso scambiata per epilessia, psicosi, schizofrenia, depressione, disturbi del movimento o altro.

“Ci sono delle condizioni che caratterizzano questa malattia che sono abbastanza frequenti nella popolazione generale, ma se prese insieme indicano la presenza di narcolessia”, spiega Giuseppe Plazzi, docente di Neurologia presso l’Università di Bologna, presidente dell’Associazione Italiana di Medicina del Sonno (AIMS) e responsabile del Centro di Medicina del Sonno dell’Istituto delle Scienze Neurologiche di Bologna. “In età pediatrica, i tre segni di allarme principali ai quali porre attenzione sono l’eccessiva sonnolenza diurna, la cataplessia, la pubertà precoce e/o un rapido aumento di peso. Queste ‘Red Flags’ del bambino - continua - si possono manifestare in diverse modalità: la sonnolenza diurna attraverso attacchi di sonno, modificazioni dell’alternanza fra sonno e veglia, disattenzione o irritabilità o iperattività; la cataplessia con brevi episodi di  improvvisa perdita del tono dei muscoli di testa e tronco o movimenti attivi intermittenti come smorfie. In età adulta i due sintomi di allarme principali sono l’eccessiva sonnolenza diurna e la cataplessia, che possono essere accompagnati da paralisi del sonno e allucinazioni”.

Ricevere una diagnosi tempestiva significa poter cominciare presto la terapia più adatta. “Una corretta diagnosi precoce della Narcolessia ed un più semplice accesso ai farmaci potrebbero garantire ai pazienti affetti dalla malattia una qualità di vita nettamente migliore”, dice Massimo Zenti, presidente nazionale dell’AIN. Parallelamente al progetto “Red Flags”, negli ultimi mesi, grazie ad una collaborazione tra AIN ed Istituto Superiore di Sanità, è in fase avanzata di costruzione il Registro Nazionale della Narcolessia e delle Ipersonnie del Sistema Nervoso Centrale, che metterà in rete i centri con competenze cliniche e di ricerca su queste patologie.

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