Il cancro si diffonde riattivando gli stessi meccanismi con cui si sviluppano l'embrione e la placenta. A fare luce sulle strategie da cui originano le metastasi sono stati due studi, entrambi sostenuto dalla Fondazione AIRC e condotte dal gruppo di ricerca guidato da Vincenzo Costanzo, responsabile del laboratorio che studia il metabolismo del DNA presso IFOM (https://www.ifom.eu/it/) e professore di patologia generale dell'Università di Milano. I risultati, pubblicati sulle riviste Nature Communications ed Elife, potrebbero aprire la strada allo sviluppo di nuove terapie basate sulle risposte immunitarie contro i tumori.
Negli studi i ricercatori hanno identificato il meccanismo che permette alle cellule tumorali la replicazione rapida del DNA, una caratteristica che le distingue dalla cellule sane. In particolare, gli scienziati italiano hanno dimostrato che questa capacità è dovuta al gene SSRP1, la cui espressione è fortemente aumentata nei tumori. Questo gene rimuove un inibitore della replicazione normalmente presente nelle cellule normali, noto come histone H1, rendendole capaci di comportarsi come cellule che hanno un’alta capacità di dividersi e crescere. Tutto questo avviene in quanto la rimozione di H1 mediata da SSRP1 induce il DNA a replicarsi da più punti della doppia elica, denominati come origini di replicazione. “L’inibizione del gene SSRP1 potrebbe selettivamente impedire alle cellule tumorali di dividersi e replicare il DNA”, dicono i ricercatori.
SSRP1 è anche molto espresso nelle cellule embrionali, che sono simili alle cellule tumorali per la loro capacità di duplicare il genoma rapidamente. In studi condotti in parallelo il gruppo di Costanzo ha altresì dimostrato che le cellule che replicano il DNA rapidamente attivano una risposta allo stress che induce un cambio del loro destino. Questo cambio le trasforma in cellule totipotenti, che durante lo sviluppo embrionale danno origine alla placenta, un organo che permette all’embrione di attecchire all’utero proteggendolo dagli agenti esterni e dalle cellule del sistema immunitario materno, che altrimenti attaccherebbe l’embrione come un corpo estraneo. La trasformazione in placenta delle cellule che replicano rapidamente potrebbe essere un modo per rimuovere dall’embrione le cellule che hanno accumulato danni al DNA durante una replicazione troppo rapida. Uno studio condotto sempre dal team IFOM di Costanzo suggerisce che questi stessi meccanismi potrebbero essere riattivati per sbaglio durante la formazione delle metastasi: come la placenta queste invadono i tessuti circostanti e evadono la risposta immunitaria. “Questi studi suggeriscono una genesi comune tra i meccanismi alla base dello sviluppo embrionale e quello del cancro metastatico. Insieme questi due studi rivelano le strategie usate dal cancro per svilupparsi ed attaccare un organismo sano la cui conoscenza aiuterà lo sviluppo di nuove terapie basate sulle risposte immunitarie contro i tumori”, dicono i ricercatori.