Si aggiungono nuove armi alla lotta contro i chili di troppo e tutti i problemi alla salute che ne conseguono, come ad esempio il diabete. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Harvard ha utilizzato una nota tecnica di editing genetico, la CRISPR, per modificare il grasso corporeo. In uno studio pubblicato sulla rivista Science Translational Medicine, i ricercatori hanno trasformato le cellule lipidiche di alcuni topolini in tessuto adiposo bruno, quello considerato “buono”. “Nell’organismo si trovano diversi tessuti adiposi: quello bianco, che costituisce i depositi di grasso, e quello bruno, che invece serve a bruciare o accumulare energia”, spiega Yu-Hua Tseng dell’Università di Harvard. La riduzione degli adipociti bruni è collegata a un aumento di peso, per cui queste cellule sono positive per la gestione del peso corporeo.
I ricercatori hanno così utilizzato la CRISPR per modificare un gene e aumentare la presenza di adipociti bruni. “Abbiamo chiamato queste cellule risultanti HUMBLE – prosegue lo scienziato – e poi le abbiamo trapiantate nell’organismo di alcuni topolini, mentre ai gruppi di controllo sono stati impiantati adipociti bianchi. Gli animali sono stati quindi nutriti con una dieta ricca di grassi per 12 settimane”. Il team sostiene che i topolini a cui sono stati somministrate le cellule adipose bianche hanno guadagnato peso, mentre negli altri l’aumento di peso è stato significativamente minore, così come il rischio di incidenza di diabete. “Si trattava di esemplari sensibili all’insulina – commenta Mark Christian della Nottingham Trent University nel Regno Unito, non coinvolto nello studio – il che suggerisce che potrebbero essere protetti dal diabete”.
Secondo gli scienziati, in futuro potrebbe essere possibile rimuovere una piccola quantità di adipociti bianchi e trasformarli in tessuto adiposo bruno per trattare obesità e disturbi metabolici in generale. “La nostra metodologia – dice Tseng – potrebbe aiutare contro i disturbi legati all’obesità”. Tuttavia, siamo ancora all’inizio di questa nuova strada. “Saranno necessarie ulteriori ricerche – sottolinea Tseng – prima di iniziare la sperimentazione umana, ma sembra che le cellule HUMBLE siano in grado di stimolare il consumo di energia. Siamo decisamente fiduciosi e speriamo che il nostro lavoro possa rivelarsi utile per la prevenzione del diabete e per le persone che non riescono a controllare il proprio peso con dieta ed esercizio fisico”.