Tra le tantissime virtù dell'olio extravergine di oliva c'è quello di contrastare le amnesie causate dal deterioramento cognitivo lieve, quel disturbo che si colloca a metà tra il normale declino dovuto all'invecchiamento e la demenza. A sviluppare un approccio naturale contro un disturbo molto diffuso, specialmente a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita, è stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell'Università Aristotele di Salonicco(AUTH) e dell'Associazione greca del morbo di Alzheimer e dei disturbi correlati (GAADRD). I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Alzheimer's Disease.
Secondo i ricercatori, l’olio extravergine di oliva ad alto contenuto fenolico a raccolta precoce (HP-EH-EVOO) potrebbe quindi essere implementato come composto terapeutico per gli anziani con deterioramento cognitivo lieve (MCI) amnesico. “L’MCI amnesico – spiega Magda Tsolaki, scienziato dell’AUTH – è una condizione spesso prodromica del morbo di Alzheimer, ed è caratterizzata da perdita di memoria e incapacità di eseguire attività complesse della quotidianità. Sebbene non esista ancora un trattamento per l’MCI, sono in corso diversi sforzi a livello globale per favorire la diagnosi precoce e la gestione della malattia di Alzheimer nella sua fase iniziale”. I ricercatori hanno condotto uno studio prospettico randomizzato per analizzare gli effetti dell’olio extravergine di oliva ad alto contenuto fenolico e quello a contenuto fenolico moderato (MP-EVOO) e per valutare la predisposizione genetica alla malattia di Alzheimer. I partecipanti sono stati assegnati tramite procedura randomizzata a tre diversi gruppi, e ognuno ha ricevuto 50 millilitri di MP-EVOO o HP-EH-EVOO, a seconda del gruppo di appartenenza.
“Secondo i nostri risultati – dice Tsolaki – l’intervento a lungo termine con HP-EH-EVOO o MP-EVOO è associato a un significativo miglioramento della funzione cognitiva rispetto alla semplice dieta mediterranea”. Gli scienziati sottolineano che si tratta del primo studio volto a stabilire gli effetti dell’olio extravergine di oliva negli anziani con MCI. “La nostra analisi rivela che anche a distanza di 12 mesi i risultati nel gruppo di partecipanti erano significativamente superiori rispetto ai soggetti di controllo”, evidenzia Tsolaki. “Questo studio apre la strada allo studio di composti naturali come trattamenti alternativi del MCI. Lavori recenti suggeriscono che seguire una dieta mediterranea migliora le funzioni cognitive, riducendo la possibilità di sviluppare la malattia e riducendo il rischio di progressione della condizione verso il morbo di Alzheimer”, conclude.