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C’è una proteina strettamente legata all’invecchiamento dei muscoli che, se inibita, consente di prevenire la sarcopenia e la perdita di forza muscolare che avviene con l’avanzare dell'età. Si chiama 15-PGDH e a individuare il suo coinvolgimento nell’insorgenza della sarcopenia è stato un gruppo di ricercatori della Stanford University School of Medicine. Per dimostrarlo gli studiosi hanno condotto una serie di esperimenti sui topi anziani, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science.

Gli animali sottoposti al trattamento che inibisce la proteina, dopo un mese, hanno mostrato un aumento del 15-20 per cento della potenza muscolare e un generale “ringiovanimento” delle fibre dei muscoli. Un effetto tanto inaspettato quanto promettente anche per gli esseri umani. Sappiamo infatti che, dopo i 50 anni d'età, gli esseri umani perdono all’incirca il 10 per cento della forza muscolare ogni dieci anni. Questo processo è fisiologico, ma può variare in intensità da persona a persona. Le forme più gravi di perdita della massa muscolare possono arrivare a compromettere l’autonomia delle persone anziane e favorire le fratture ossee. Tutto dipende dall’entità dei due tipi di cambiamenti nella struttura del muscolo: il restringimento delle fibre muscolari e la riduzione del numero dei mitocondri, considerati le “centrali elettriche” delle cellule.

Gli scienziati hanno scoperto che la proteina 15-PGDH ha un ruolo chiave in questo processo perché regola i livelli di una molecola, chiamata prostaglandina E2, responsabile del mantenimento in salute dei muscoli maturi. Attraverso innovative tecniche di spettroscopia di massa, i ricercatori hanno osservato la presenza di elevati livelli di 15-PGDH e bassi livelli di prostaglandina E2 nei topi anziani. Successivamente hanno osservato lo stesso nei tessuti muscolari umani: nelle persone tra i 70 e gli 80 anni d'età si hanno livelli di 15-PGDH superiori a quelli osservati nei giovani. Gli studiosi hanno così deciso di provare a inibire 15-PGDH. “Abbiamo scoperto che, nei topi anziani, inibendo anche solo parzialmente 15-PGDH vengono ripristinati i livelli fisiologici di prostaglandina E2 osservati nei topi più giovani”, spiegano i ricercatori. “Le fibre muscolari in questi topi sono aumentate di dimensione e sono diventate più forti rispetto a prima del trattamento. I mitocondri erano più numerosi e si comportavano come mitocondri dei muscoli giovani”, aggiungono. Gli animali sottoposti al trattamento erano anche in grado di correre più a lungo su un tapis roulant rispetto agli animali che non avevano ricevuto la terapia, suggerendo un possibile effetto anche su altri organi come cuore e polmoni.

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