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Contro la temutissima “Apocalisse antibiotica”, quel drammatico scenario che molti scienziati ritengono probabile a causa dell'aumento dei fenomeni di resistenza agli antibiotici, un aiuto potrebbe arrivare da una molecola progettata per inibire la produzione di un particolare gas da parte dei batteri. Il nuovo bersaglio individuato è l'idrogeno solforato, un gas che odora di uova marce, che svolge un ruolo fondamentale nella capacità innata dei batteri di resistere agli antibiotici. Un gruppo di scienziati della New York University Langone Health ha mostrato che interferendo con l'idrogeno solforato è possibile ripristinare la sensibilità dei batteri agli antibiotici. La nuova strategia è stata descritta sulla rivista Science.

I ricercatori, guidati da Evgeny Nudler e Julie Wilson Anderson, hanno valutato i meccanismi di tolleranza, che portano i batteri a utilizzare sistemi di difesa in grado di resistere all’azione agli antibiotici. I risultati, secondo gli autori, potrebbero contribuire allo sviluppo di farmaci in grado di amplificare l’azione degli antibiotici e contrastare la biogenesi dei batteri tolleranti. “Si prevede che le tendenze verso infezioni resistenti e il minor numero di nuovi antimicrobici – osserva Nudler – saranno responsabili del decesso di 10 milioni di persone all'anno entro il 2050”. I ricercatori hanno scoperto che i due batteri Staphylococcus aureus e Pseudomonas aeruginosa utilizzano l’enzima cistationina-liasi (CSE) per produrre H2S. Bloccare l’azione di questo enzima potrebbe pertanto rimuovere un’importante difesa contro gli antibiotici.

Sembra che i batteri possano rallentare il proprio metabolismo e contrastare l’azione degli antibiotici”, dice Nudler. “Interferire con le difese basate sull'idrogeno solforato rappresenta una possibile un potenziale bersaglio per rafforzare l’effetto degli antibiotici”, aggiunge. Secondo i ricercatori, lo studio apre a nuove opportunità: potenziare gli antibiotici, bloccando l'idrogeno solforato, consente una maggiore efficacia. Inoltre, questa nuova combinazione potrebbe anche consentire la riduzione delle dosi di antibiotici, diminuendo di conseguenza la tossicità a essi associata.

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