Dai disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e dello spettro autistico a disabilità intellettiva, epilessia, disturbi neurologici, malattie rare e dello sviluppo, disturbi psichiatrici, fino a depressione e conseguenti atti autolesivi e tentativi di suicidio. I disturbi neuropsichici dell’età evolutiva sono estremamente frequenti e in Italia colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra i 0 e i 17 anni. Con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi, per la maggior parte determinate da un complesso intreccio tra predisposizione genetica, vulnerabilità neurobiologica e variabili ambientali e sociali. È questo lo scenario delineato dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell'Infanzia e dell'Adolescenza (SINPIA), in occasione dell'ultimo congresso nazionale.
“Le risposte ai bisogni di salute dei bambini e ragazzi con disturbi neuropsichici dell’età evolutiva e alle loro famiglie – spiega Antonella Costantino, presidente di SINPIA - presentano criticità molto rilevanti, con una grande discrepanza tra il giusto investimento di risorse sulla salute fisica dei bambini e lo scarso investimento su quella neuropsichica, reso ancora più drammatico dagli effetti della pandemia”. L'emergenza Covid-19 ha esacerbato quindi una problematica annosa. “Ecco perché un adeguato investimento nell’ambito della promozione della salute mentale e della prevenzione e intervento nei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva è sempre più strategico”, sottolinea Costantino. “Una diagnosi precoce ed un altrettanto precoce e tempestivo intervento in sinergia tra territorio e ospedale può cambiare, in molti casi, la storia naturale dei disturbi neuropsichici e prevenire le numerose sequele, evitando un decorso ingravescente ed invalidante, diminuendo in modo rilevante i costi emotivi, sociali ed economici sull’individuo, sulla famiglia e sulla società”.
Gli esperti stimano che in meno di dieci anni il numero degli utenti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) sia raddoppiato, con una prevalenza di accesso 4 volte superiore a quella dei servizi di salute mentale adulti e 8 volte superiore a quella dei servizi per le dipendenze patologiche. Un trend in vistosa crescita a cui contribuisce la maggiore consapevolezza della popolazione, il cambiamento dei criteri diagnostici, l’introduzione di strategie di screening e di individuazione precoce, l’aumentata sopravvivenza di soggetti con gravi disabilità e la presenza di modificazioni ambientali rilevanti e molto rapide che impattano sullo sviluppo e sul livello atteso di funzionamento. Ma anche, ora, l’impatto della pandemia e delle restrizioni e ritardi di accesso ai servizi ad essa conseguenti, soprattutto nelle fasce più vulnerabili. “Tuttavia, permangono criticità sistemiche e culturali che favoriscano una diagnosi precoce e un intervento tempestivo”, denuncia la SINPIA. “Nonostante cambiamenti molto rilevanti nella sensibilità della popolazione, infatti, la tendenza a negare l’esistenza dei disturbi neuropsichici è purtroppo ancora molto marcata e impatta sulle politiche nazionali e internazionali”, conclude.