Per mantenere le capacità cognitive e fisiche “in allenamento” in età avanzata un po' di stress è proprio quello che serve. In particolare, a essere benefici sono bassi livelli di stress derivanti da esercizi, attività fisica o impegni mentali. Ne è convinto Firdaus Dhabhar, uno psichiatra americano e docente presso la Rockefeller University di New York e l’Università di Miami. Durante un Ted Talk, l’esperto ha sostenuto che lo stress a livelli bassi può svolgere un ruolo chiave nel rafforzare il sistema immunitario, promuovendo la formazione di connessioni nel cervello che migliorano le prestazioni mentali.
Il gruppo di ricerca ha dimostrato che lo stress può essere utile nel mondo moderno. La tensione associata a una gara imminente, ad esempio, aiuta a preparare i sistemi cardiovascolare e muscoloscheletrico degli atleti, permettendo loro di raggiungere prestazioni ottimali. Sia lo stress fisico che quello mentale, spiegano gli studiosi, possono stimolare la produzione di interleuchine, sostanze chimiche che attivano il sistema immunitario rendendolo più efficace nel contrastare le infezioni. Gli scienziati aggiungono che l’inattività che spesso accompagna la terza età può aggravare i cambiamenti corporei che si verificano naturalmente. Quando i muscoli non vengono sollecitati, le fibre si atrofizzano e il corpo diventa progressivamente più debole. “L’esercizio fisico – spiega – afferma Casper Søndenbroe, uno scienziato dell’Università di Copenaghen che studia il sistema neuromuscolare umano - è un allenamento per il sistema nervoso centrale ma anche per la mente. Esiste un’interazione bidirezionale tra i muscoli e i nervi che si estendono fuori dal midollo spinale. Il declino cognitivo legato all’età non è quindi sempre inevitabile”.
Team di scienziati di tutto il mondo hanno in programma di cercare di sfruttare le proprietà benefiche dello stress moderato nel campo della medicina, ad esempio per migliorare la guarigione e il recupero dopo l’intervento chirurgico. “Lo stress moderato – conclude Andy Philp, che dirige il programma di biologia dell’invecchiamento presso il Centenary Institute di Sydney – può essere considerato come un impulso in cui vengono stimolati percorsi molecolari e tessuti nel corpo, prima di tornare alla normalità. Ci siamo evoluti per essere attivi e rispondere a stimoli diversi, per cui se non riusciamo ad esercitare questa possibilità, l’organismo può accelerare i processi negativi. La comprensione dei benefici di vari tipi di stress sta diventando sempre più importante nel contesto di un invecchiamento sano”.