Da quando nel Regno Unito è stata istituita una tassa sulle bevande zuccherate sono stati registrati oltre 5mila casi di obesità in meno ogni anno. Almeno questo è quanto ha stimato un gruppo di scienziati dell’Università di Cambridge, dell’Unità di epidemiologia del Medical Research Council (MRC), della London School of Hygiene and Tropical Medicine, dell’Università di Oxford, del Great Ormond Street Institute of Child Health e dell’Università di Bath. Lo studio, pubblicato sulla rivista Plos Medicine, ha calcolato che l’introduzione dell’imposta in Inghilterra lo scorso 2018 ha portato a una riduzione dei tassi di obesità tra i bambini più grandi delle scuole elementari. In particolare, riportano gli studiosi, solo tra le ragazze del sesto anno si sarebbe verificata una riduzione di circa cinquemila casi ogni anno.
Considerato un problema di salute pubblica a livello globale, il peso in eccesso colpisce circa un bambino su dieci nella fascia di età tra i quattro e i cinque anni, mentre tra i dieci e gli undici anni si verifica con una frequenza doppia. L’obesità è associata a gravi problemi di salute, come ipertensione, diabete e depressione. Nel Regno Unito, i giovani consumano circa il doppio degli zuccheri aggiunti rispetto a quanto raccomandato dalle linee guida della sanità pubblica. Per cercare di contrastare queste tendenze, nell’aprile 2018 è stata introdotta una tassa sulle bevande analcoliche, cercando di incentivare le aziende a ridurre i quantitativi di zuccheri nei prodotti. In questo lavoro gli scienziati hanno confrontato i cambiamenti nei livelli di obesità nei 19 mesi successivi all’entrata in vigore dell’imposta. Stando a quanto emerge dall’indagine, la tassa è stata associata a una diminuzione dell’8 per cento nei livelli di obesità tra le ragazze del sesto anno rispetto ai periodi precedenti. In termini numerici, gli autori hanno riscontrato un decremento di circa 5.234 casi di obesità all’anno.
L’effetto sembrava più pronunciato nelle scuole ubicate in quartieri meno abbienti, ma non sono stati riscontrati cambiamenti complessivi nella prevalenza della malattia tra le controparti maschili. “Abbiamo urgentemente bisogno di strategie efficaci per contrastare l’obesità – commenta Nina Rogers, tra gli autori dello studio – e ridurre il rischio di problemi di salute in età avanzata. Ovviamente il nostro studio evidenzia un’associazione piuttosto che una relazione causale, ma i dati si aggiungono al corpus di prove che evidenzia l’importanza di limitare la presenza di zuccheri nelle bevande destinate ai giovani”. “Ci sono diverse possibili spiegazioni sul motivo per cui l’imposta non è stata associata a un decremento nei tassi di obesità tra i più piccoli – conclude Jean Adams, altro autore dello studio – generalmente i bambini in tenera età consumano meno bevande zuccherate. Non è chiaro invece perché l’effetto sia stato riscontrato tra le ragazze e non nelle controparti maschili. Ipotizziamo che l’attività fisica possa giocare un ruolo, ma sarà necessario proseguire le indagini per approfondire questi interrogativi”.