Nei prossimi 10 anni un esercito di zanzare “modificate” verranno rilasciate in molte aree urbane del Brasile con l'obiettivo di proteggere la popolazione da malattie come la Dengue. Lo ha annunciato il World Mosquito Program, organizzazione senza scopo di lucro della Monash University che lavora per proteggere la comunità globale dalle malattie trasmesse dalle zanzare come Dengue, Zika, febbre gialla e Chikungunya. Le zanzare che i ricercatori vogliono rilasciare sono state modificate “aggiungendo” un batterio chiamato Wolbachia che impedisce all’insetto di trasmettere virus.
Gli insetti creati sono stati già rilasciati con successo in alcune città selezionate di paesi come Australia, Brasile, Colombia, Indonesia e Vietnam. Ma questa sarà la prima volta che la tecnologia sarà testata su scala nazionale. L’impianto dovrebbe iniziare a operare nel 2024 e produrrà fino a cinque miliardi di zanzare all’anno. “Questo sarà il più grande impianto al mondo per la produzione di zanzare infette da Wolbachia”, afferma Scott O’Neill, microbiologo presso l’Università di Monash a Melbourne, in Australia, e capo del WMP. “E ci permetterà in breve tempo di coprire più persone che in qualsiasi altro paese”, aggiunge. Il Brasile ha uno dei tassi più alti di infezione da Dengue al mondo, con oltre due milioni di casi segnalati nel 2022. Nonostante i risultati positivi ottenuti con i precedenti rilasci di zanzare, i ricercatori si aspettano che sia una sfida riuscire a ottenere i medesimi esiti su scala massiva.
Il batterio Wolbachia pipientis infetta naturalmente circa la metà di tutte le specie di insetti. Le zanzare Aedes aegypti, che trasmettono la Dengue, lo Zika, la Chikungunya e altri virus, normalmente non sono portatrici di questo batterio. Ed è su questo che sono intervenuti gli scienziati, dimostrando che il batterio prevale sui virus che l’insetto sta trasportando. Quando le zanzare modificate vengono rilasciate nelle aree infestate dalle A. aegypti selvatiche, diffondono lentamente il batterio alla popolazione di zanzare selvatiche. Diversi studi hanno dimostrato il successo di questa tecnologia. Lo studio più completo, uno studio randomizzato controllato condotto a Yogyakarta, in Indonesia, ha mostrato che la tecnologia poteva ridurre l’incidenza della dengue del 77%, ed è stato accolto con entusiasmo dagli epidemiologi. “Abbiamo buone indicazioni che le zanzare WMP sono uno strumento efficiente, ma questo deve essere dimostrato al di là di ogni dubbio”, afferma Maurício Nogueira, microbiologo presso la Scuola di Medicina di São José do Rio Preto in Brasile e uno dei ricercatori coinvolti nello studio. Le zanzare infette da Wolbachia sono già state approvate dalle agenzie di regolamentazione brasiliane ma la tecnologia non è stata ancora ufficialmente approvata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il che potrebbe essere un ostacolo al suo utilizzo in altri Paesi.