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La tecnologia su cui si basano i principali vaccini anti-Covid, basata sull'RNA messaggero, è stata utilizzata per mettere a punto un nuovo vaccino contro la malaria. Gli studi preliminari condotti sugli animali hanno dimostrato che il vaccino è in grado di indirizzare e stimolare efficacemente le risposte immunitarie delle cellule contro il parassita malarico, il Plasmodium. Lo studio è stato condotto dalla Victoria University ed è stato pubblicato sulla rivista Nature Immunology. "Siamo stati in grado di progettare e convalidare un esempio di vaccino a mRNA che funziona generando cellule di memoria residenti nel fegato in un modello animale", spiegano i ricercatori.

«Questo dimostra l’enorme potenziale della tecnologia dell’RNA nella risoluzione di alcuni dei più grandi problemi di salute del mondo» sottolineano gli studiosi. “Il nostro approccio - spiega Mitch Ganley, coautore della ricerca - si basa sulle cellule T che svolgono un ruolo fondamentale nell’immunità. In particolare, un tipo di cellula T chiamata cellula T della memoria residente nei tessuti, che arresta l’infezione della malaria nel fegato per bloccare la diffusione dell’infezione”.

Per aumentare l’efficacia del vaccino a mRNA, gli esperti hanno aggiunto un adiuvante che agisce sulle cellule immunitarie specifiche del fegato e le stimola. Questo ingrediente aggiuntivo aiuta a localizzare la risposta del vaccino a RNA nel fegato, un sito chiave per prevenire lo sviluppo e la maturazione del parassita malarico nel corpo. Quando il parassita entra per la prima volta nel flusso sanguigno, viaggia fino al fegato dove si sviluppa e matura prima di infettare le cellule del sangue, momento in cui si manifestano i sintomi della malattia. In questo modo si induce una immunità in grado di fermare l’infezione da malaria nel fegato e bloccare completamente la diffusione dell’infezione. Ora i ricercatori si preparano a testare il vaccino su modelli murini umanizzati.

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