Ne stiamo sentendo parlare molto da quando è iniziata la campagna di vaccinazione anti-Covid, ma in realtà i ricercatori ci stavano lavorando da circa mezzo secolo. I vaccini a mRNA sono allo studio da decenni sia per contrastare i tumori che per bloccare il virus dell'Hiv. Ora un gruppo di scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID) ha testato con successo un nuovo vaccino sperimentale a mRNA contro l’HIV, ottenendo risultati promettenti sui topi e nei primati non umani. I dettagli dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Nature Medicine.
Il team di ricerca, guidato da Paolo Lusso del NIAID, ha testato il farmaco su un modello murino e su alcuni macachi Rhesus. Secondo i risultati del gruppo di ricerca, il rischio di infezione in caso di esposizione era del 79 per cento inferiore negli esemplari che avevano ricevuto l’immunizzazione rispetto agli animali non vaccinati. “Nonostante quasi quattro decenni di sforzi da parte della comunità di ricerca globale – osserva Anthony S. Fauci, coautore dell’articolo – un vaccino efficace per prevenire l’HIV non è ancora disponibile. La nostra piattaforma a mRNA presenta diverse caratteristiche che possono superare le carenze di altri farmaci e rappresenta un approccio davvero promettente”. Il nostro vaccino, spiegano gli autori, sfrutta un principio simile a quello associato alle dosi immunizzanti antiCovid, ma fornisce istruzioni codificate per produrre due proteine chiave dell’HIV, Env e Gag. Nei modelli murini, riportano gli esperti, due iniezioni hanno indotto la produzione di anticorpi neutralizzanti in tutti gli animali. Nei macachi, i dettagli del regime vaccinale differivano, ma il sistema immunitario sembrava reagire in maniera efficace.
Nonostante siano state somministrate dosi elevate di farmaco, secondo quanto riportato dagli studiosi, la tollerabilità è stata molto buona e ha prodotto solo lievi e temporanei effetti avversi, come la perdita di appetito. Entro la 58esima settimana, tutti i primati avevano sviluppato livelli misurabili di anticorpi neutralizzanti diretti contro la maggior parte dei ceppi di HIV. Il vaccino ha anche indotto una robusta risposta delle cellule immunitarie. Dalla settimana 60, i macachi sono stati esposti settimanalmente al ceppo specifico di HIV. Dopo 13 inoculazioni settimanali, due macachi immunizzati su sette non sono stati infettati, e per gli altri l’infezione si è verificata dopo otto settimane, mentre il gruppo di controllo è stato infettato dopo tre settimane. “Stiamo perfezionando il protocollo vaccinale per migliorare la qualità e la quantità degli anticorpi prodotti – afferma Lusso – questo potrebbe aumentare l’efficacia del vaccino e ridurre il numero di inoculazioni necessarie allo sviluppo di una risposta immunitaria robusta. Se questa piattaforma vaccinale si confermerà sicura ed efficace, procederemo con la sperimentazione di fase uno su volontari umani adulti”.