Le microplastiche si trovano dappertutto. Dopo esser state trovate nel sangue, nell'urina, nello sperma, nel latte materno, nel cuore e in molti altri organi e tessuti umani, uno nuovo studio italiano ha rilevato la presenza di microplastiche pure nei fluidi follicolari ovarici di donne che si sottopongono a Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). “Il ritrovamento di microplastiche nel liquido follicolare, che è a diretto contatto con i gameti femminili, rappresenta di per sé una minaccia significativa all’integrità del nostro patrimonio genetico che viene trasmesso alle future generazioni”, commenta Luigi Montano, uroandrologo dell’ASL di Salerno, che ha coordinato lo studio, pubblicato in preprint sulla piattaforma medxriv.
Questo studio, attraverso un approccio metodologico innovativo, non solo ha rilevato la presenza di nano e microplastiche, ma anche la dimensione al di sotto di 10 micron, evidenziando una correlazione fra la concentrazione di microplastiche e alcuni parametri collegati alla funzione ovarica. “I dati sono preoccupanti - dice Montano -. Queste stesse sostanze non solo hanno un effetto diretto di danno sulla funzione ovarica attraverso diversi meccanismi, in primis lo stress ossidativo, ma fanno anche da cavallo di Troia - continua - ad altre sostanze notoriamente tossiche, come metalli pesanti, ftalati, bisfenoli, diossine, policlorobifenili e secondo recenti studi, anche veicolo di virus, batteri e protozoi. Si tratta di sostanze dalle dimensioni pulviscolari, che penetrano in profondità nel nostro organismo e che vengono introdotte nell’organismo con l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e anche attraverso la pelle con i cosmetici ad esempio”.
Già la presenza di microplastiche era stata individuata, sempre per la prima volta, dal gruppo guidato da Montano nelle urine e nello sperma e pubblicate rispettivamente sulle riviste internazionali Toxics nel gennaio 2023 e Science of The Total Environment nel luglio 2023.