I deodoranti per ambienti, le cere da sciogliere, i detergenti per pavimenti e altri tipi di profumatori possono rendere più inquinata l’aria di casa di quella all’esterno. È quanto emerge da tre studi guidati dalla Purdue University e pubblicati rispettivamente su Environmental Science & Technology Letters, Building and Environment e ACS ES&T Air. I ricercatori hanno scoperto che questi prodotti rischiano di saturare l’ambiente domestico di particelle nanometriche sufficientemente piccole da penetrare in profondità nei polmoni.
Per arrivare a questa conclusione gli studiosi hanno creato un piccolo ambiente residenziale dotato di sensori per monitorare da vicino l’impatto delle attività quotidiane sulla qualità dell’aria. Anche se deve ancora essere determinato in che modo l’inalazione di sostanze chimiche volatili da questi prodotti influisca sulla salute, i ricercatori hanno ripetutamente scoperto che quando le fragranze degli stessi prodotti vengono rilasciate in ambienti chiusi, reagiscono rapidamente con l’ozono formando nanoparticelle. Queste nanoparticelle di nuova formazione sono particolarmente preoccupanti perché possono raggiungere concentrazioni molto elevate, potenzialmente mettendo a rischio la salute respiratoria.
Gli autori degli studi ritengono che queste scoperte evidenzino la necessità di ulteriori ricerche sulla formazione di nanoparticelle in ambienti chiusi innescata da prodotti chimici fortemente profumati. “La nostra ricerca – spiegano i ricercatori – dimostra che i prodotti profumati non sono solo fonti passive di profumi gradevoli, ma alterano attivamente la chimica dell’aria interna, portando alla formazione di nanoparticelle a concentrazioni che potrebbero avere implicazioni significative per la salute. Questi processi dovrebbero essere considerati nella progettazione e nel funzionamento degli edifici e dei loro sistemi di ventilazione per ridurre le nostre esposizioni”.